Irvine Welsh: «Il calcio oggi è denaro, non mi interessa più. La Superlega? E’ spazzatura»
A El Pais: «Da quando sono arrivati i soldi il calcio ha smesso di essere una cultura della classe operaia, non vale la pena essere coinvolti come prima»

Su El Pais un’intervista a Irvine Welsh, lo scrittore autore di Trainspotting. Il tema è il calcio. Welsh è un grande tifoso dell’Hibernian Football Club (Hibs), club calcistico scozzese di Edimburgo.
«Il calcio è l’ultima connessione emotiva che abbiamo. Lo vedo con molti amici. Ci riuniamo per guardare il calcio, alcuni di questi ragazzi, se non fosse stato per il calcio, non sarebbero rimasti in contatto. È un grande legame emotivo».
Parla del senso dell’identità che trasmette il calcio.
«Vedi le qualità nella squadra che sostieni e proietti queste qualità nelle persone che sostengono quella squadra. Oggettivamente è una sciocchezza. Ci sono persone buone e persone cattive che supportano tutte le squadre, lo sappiamo, ma lo facciamo ugualmente. C’è qualcosa di speciale nella nostra squadra o nella nostra gente. Si arriva a un punto in cui ci si crede davvero, nell’adolescenza o nella giovinezza. Poi ti rendi conto che non c’è niente, che è sciocco, ma ti piace ancora quella rappresentazione, è una specie di cosa culturale. Ma la maggior parte delle persone non la prende troppo sul serio».
Dice di essere in un momento di conflitto con il calcio.
«La mia antipatia per il calcio, adesso, è enorme. Non ho alcun interesse per l’Europeo. Dovrei, perché la Scozia è qui per la prima volta da tanto, e invece… immagino sia per il Covid e gli stadi vuoti, ma ora non mi dispiacerebbe se non si calciasse mai più un pallone».
Il calcio senza pubblico, dice,
«è stupido. Quando la gente tornerà negli stadi inizierò ad interessarmene di nuovo».
Sulla Superlega:
«Hai due squadre che competono nella finale di un torneo che hanno cercato di abolire. È solo la stupidità del gioco e la stupidità di questo mondo. Non si può prendere sul serio una cosa del genere o esserne emotivamente coinvolti. È spazzatura. Non ha niente a che fare con il calcio».
La Superlega è stata fermata dai tifosi perché il calcio appartiene a loro?
«Credo che il calcio non appartenga ai tifosi da molto tempo. Penso che faranno comunque la Superlega in silenzio. L’hanno pianificata male. Troveranno un modo. L’economia neoliberista ha funzionato per 40 anni, e lo sta solo intensificando. È un intrattenimento».
Continua:
«Mi manca quando il calcio era reale e i tifosi appartenevano alla comunità in cui si trovava il club. Per quanti tra noi sono tifosi da sempre c’è sempre un po’ di nostalgia. Alla fine ci sarà un campionato in cui una squadra come il Liverpool giocherà tutte le sue partite a Singapore o Dubai. Se la squadra è un franchising totale, perché dovrebbe avere la sua sede in una vecchia città post-industriale in Inghilterra? A che servono i tifosi della vecchia scuola? Non servono».
Cosa significa Inghilterra-Scozia al di là del calcio?
«Non sono sicuro. Le prime partite sono state abbastanza equilibrate: l’Inghilterra ha vinto circa il 50% e la Scozia l’altro 50%. Poi, quando i soldi hanno iniziato ad arrivare, il calcio ha smesso di essere una cultura della classe operaia. Prima, ci sono sempre state ottime squadre scozzesi perché erano legate alla povertà. Ora c’è un’economia di abilità, e l’Inghilterra ha una popolazione 10 volte superiore, quindi ha giocatori 10 volte migliori. Infatti, in Scozia non siamo più rivali dell’Inghilterra. Siamo rivali delle Isole Faroe o cose simili, questo è il nostro derby di casa. Neanche io sono un grande fan della nazionale scozzese. Penso che per la maggior parte delle persone sia solo un’altra partita di calcio. Non vale più la pena di essere coinvolti come prima».