La Chiesa di San Potito, al centro storico, ospita “Claude Monet: The Immersive Experience”. Parte dei proventi della mostra sarà destinata al restauro della chiesa
Un’immersione nelle opere di Claude Monet, coloratissima, in una chiesa secentesca, tra realtà virtuale e giochi di luce. E’ “Claude Monet: The Immersive Experience”, a Napoli, nella Chiesa di San Potito, fino al 20 ottobre (è iniziata il 20 maggio). Non solo un’esperienza artistica ma anche la possibilità, per chi deciderà di visitarla, di contribuire, in parte al restauro della Chiesa. Parte dei proventi della mostra, infatti, saranno destinati a questo.
L’esposizione site-specific arriva nel centro storico partenopeo dopo dopo le tappe di Barcellona, Bruxelles, Milano e Torino. Ma sarà ancora una volta diversa, grazie al luogo che la ospita.
“Claude Monet: The Immersive Experience” si avvale delle più recenti tecniche di mappatura digitale per creare un’interpretazione totalmente nuova delle opere del padre dell’impressionismo. Tra pennellate proiettate a 360 gradi, su più di 1000 m2 di schermi, e realtà virtuale, il visitatore viene accompagnato in un viaggio attraverso i colori e i giochi di luce dei dipinti di Monet. Sulle pareti, ma anche sul pavimento, i quadri prendono vita in modo spettacolare.
Il gioiello dell’esperienza è la Galleria Immersiva, con più di 300 proiezioni di dipinti e schizzi dell’artista. I Giardini di Giverny prendono vita a Napoli, attraverso gli ormai iconici ponti presenti in molte delle opere di Monet. L’esperienza si arricchisce grazie alla realtà virtuale, in cui il visitatore intraprende un viaggio verso otto destinazioni: Venezia, Londra, Parigi, l’Olanda, la Norvegia, i Giardini e l’Atelier di Giverny. Ogni luogo aiuta a comprendere l’ispirazione che l’artista ha tratto da queste regioni geografiche.
La mostra ripercorre l’itinerario di Claude Monet attraverso i suoi numerosi viaggi. Così, i dipinti, a Rouen, Bordighera in Italia, Antibes, Belle-Île-en-Mer, Oslo o anche a Venezia, raccontano le peregrinazioni di Monet. Il suo lavoro unico con la luce, attraverso questi luoghi, costituisce il filo conduttore della mostra. Quella luce che nasconde l’iconica Donna con l’ombrellone o in cui sono immersi i suoi famosi Papaveri. Quella luce che lo ossessiona, al punto da dipingere la Cattedrale di Rouen in circa 40 quadri, rappresentando l’edificio da diverse angolazioni, ma soprattutto in differenti momenti della giornata. Così come il Parlamento di Londra, oggetto di una serie, e la Stazione di Saint-Lazare.
Il Giardino dei fiori, detto Clos Normand, di Giverny, una proprietà acquistata nel maggio 1883 dal pittore e trasformata in un magnifico e rigoglioso giardino, fu anche fonte di un’ispirazione simile e alimentò il suo fascino per la luce del giorno. I suoi tanti dipinti di ponti, come quello cosiddetto giapponese del famoso Lo stagno delle ninfee, armonia verde, lo possono attestare. Questa magnifica proprietà è ricostruita nella mostra, attraverso i suoi ponti, sui quali i visitatori possono fotografarsi.
Un’area colorata interattiva consente ai visitatori di ricreare alcune delle più grandi opere di Monet: qui i più piccoli potranno trasformarsi per qualche ora in Monet, creare il proprio capolavoro e portarlo a casa.
Ad accompagnare nel viaggio ci saranno, su richiesta, le visite guidate a cura dell’Associazione “L’arte nel tempo”.
Parte dei proventi della mostra, come detto, aiuteranno a completare il restauro della chiesa.
Fino al 20 ottobre, Chiesa di San Potito, Via Salvatore Tommasi, 1. Orari: 10:00 – 20:00 (la biglietteria chiude alle ore 19:00). Giorno di chiusura: mercoledì. Info: https://www.expo-monet.it/ +39 351 540 2684