Narcotizza e violenta una studentessa, poi la fotografa incosciente, arrestato imprenditore milanese

Sul Corriere della Sera. Nel suo telefonino sono stati trovati 54 scatti simili. Per gli inquirenti si tratta di uno  «stupratore seriale»

global farma

Ha narcotizzato e violentato una studentessa 21enne. Poi l’ha fotografata, mentre era inerme e incosciente, nel suo lussuoso appartamento al centro di Milano.

Sul Corriere della Sera l’ennesima storia di violenza, che stavolta ha come protagonista un imprenditore farmaceutico milanese. E la ragazza violentata non è l’unica, ce ne sarebbero altre quattro, le cui foto sono venute fuori dal telefonino dell’uomo: 54 scatti in tutto, di ragazze che ora gli inquirenti stanno cercando di identificare. In pratica, uno stupratore seriale.

Lui è Antonio Di Fazio, 50 anni, fondatore della Global farma, società farmaceutica da 60 milioni e mezzo di fatturato che ha anche fornito 51 milioni di guanti sanitari alla Regione Lombardia, durante l’emergenza Covid. I carabinieri lo hanno arrestato con l’accusa di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni aggravate dall’avvelenamento,

Per narcotizzare la ragazza, una studentessa fuorisede, ha utilizzato una massiccia dose di gocce di Bromazepam, un ansiolitico che ad alte concentrazioni può avere effetti ipnotici.

“L’ha spogliata e ha abusato di lei fotografandola, inerme e incosciente, nel suo lussuoso appartamento nel centro di Milano. E sul cellulare oltre alle immagini della 21enne studentessa fuorisede dell’università Bocconi, i carabinieri hanno trovato altre 54 fotografie nelle quali vengono ripresi atti sessuali con donne prive di sensi. Le vittime sarebbero (almeno) quattro ragazze giovanissime che gli inquirenti stanno ora cercando di identificare e che, stordite e drogate dagli psicofarmaci, non hanno mai denunciato gli abusi. Ma per le quali ora gli inquirenti lanciano un appello: se vi riconoscete in questa storia chiamate la compagnia Porta Monforte dei carabinieri (02.62766501)”.

Foto scattate a partire dall’ottobre 2020, che ne fanno, agli occhi degli inquirenti, un «violentatore seriale».

La violenza risale a fine marzo. I due si erano incontrati per discutere uno stage universitario in azienda. Si conoscono perché l’imprenditore e la sua famiglia frequenta da anni l’albergo dei genitori della ragazza, al Sud.

“L’anno scorso il 50enne viene a sapere che la giovane studierà alla Bocconi. «Mi aveva parlato della possibilità di fare uno stage nella sua azienda a Milano», la Global farma di via Mario Pagano. Di Fazio la contatta una prima volta a dicembre, le chiede via messaggio se si trova a Milano. Nessuna risposta. Ci riprova il 18 marzo: «Gli ho detto che ero ancora in Sicilia». Il 22 marzo la fa contattare dalla sorella: «Chiama Anto che ti fa vedere l’azienda come eravamo d’accordo, no?». Il 26 marzo la vittima scrive al 50enne: «Ciao Antonello ti aspetto per le 17 o un po’ prima». Lui le risponde immediatamente: «Arrivo per le 17 in quanto gli altri manager arriveranno per le 18». L’imprenditore dice che le presenterà i dirigenti di una nota azienda farmaceutica per farglieli conoscere”.

All’ora prestabilita la va a prendere a casa con il suo autista, la porta in azienda e le mostra gli uffici, poi libera l’autista e dice alla ragazza che l’appuntamento con i manager è stato spostato a casa sua.

La ragazza dice di averlo seguito, anche se un po’ riluttante. Agli inquirenti racconta che quando arrivano a casa, lui le offre un caffè.

«Ho subito iniziato a sentirmi molto debole. Mi si è offuscata la vista, pensavo fosse un calo di zuccheri e ho chiesto qualcosa da mangiare».

E ancora:

«Credo mi abbia fatto mangiare sushi. Era di fianco a me. Mi sono ripresa un attimo, ho sentito l’elastico dei pantaloni che scivolava sulle gambe. Ho visto il suo braccio, aveva un Rolex al polso. La sua mano mi toccava una coscia. Gli ho detto di riportarmi a casa».

La studentessa è stata trovata il giorno nell’appartamento che divideva con un’amica dal fidanzato, che ha fatto fatica a svegliarla. Lei, in un primo momento, non ricordava nulla, poi sono affiorati i ricordi ed è arrivata la denuncia.

Così, gli investigatori hanno perquisito la casa dell’uomo, in zona Sempione, trovandoci due boccette di benzodiazepine in un armadietto della cucina.

“Di Fazio sa di essere sospettato e con parenti e amici (anche una fidata cartomante) si difende e li spinge a sostenere la sua difesa davanti agli inquirenti: «È tutto un ricatto. La ragazza mi ha chiesto 500 mila euro perché la sua famiglia è in difficoltà». A fine aprile arriva a denunciare la 21enne. Ma per gli inquirenti si tratta solo di tentativo di inquinare le indagini”.

 

Correlate