Giorgia Meloni: «Un padre che ti rifiuta è una ferita profonda, a 11 anni non volli più vederlo»

Intervista al Corsera: «A tre anni stavo annegando. L’acqua si chiude sopra di me. Mio padre ci aveva lasciato in barca con una tata che non sapeva nuotare».

Giorgia Meloni padre

Bella intervista di Aldo Cazzullo a Giorgia Meloni, ovviamente sul Corriere della Sera

Il primo ricordo.

«Ho tre anni e sto annegando. L’acqua si chiude sopra di me. Mio padre ci aveva lasciato in barca con una tata che non sapeva nuotare. Da allora una delle mie paure più grandi è morire affogata. Per questo ho fatto nuoto, agonismo, immersioni».

Nel suo libro lei racconta che sua madre stava per abortire, e lei non sarebbe dovuta nascere.

«È vero. C’era già mia sorella Arianna. La storia con papà era finita. Tutti avevano detto a mamma di non tenermi, e lei era andata in clinica, digiuna, per fare le analisi prima dell’intervento. Sulla soglia ha esitato. Poi si è detta: io questa creatura la voglio. Così ha attraversato la strada, è entrata al bar, ha ordinato cappuccino e cornetto. Mi sono salvata così».

Però è cresciuta senza padre.

«Un padre che non c’è, che si dissolve è un padre che non ti vuole. Che ti rifiuta. È forse una ferita più profonda di un padre che muore».

Però con sua sorella andavate a trovarlo alle Canarie, dove si era trasferito.

«Avevo 11 anni. Lui sparì in barca e ci lasciò con la sua compagna, che non era entusiasta. Decisi che non l’avrei rivisto mai più. Quando compii 13 anni mi mandò un telegramma: “Buon compleanno, Franco”. Non “papà”; Franco. Mi dissi che avevo fatto la scelta giusta».

Mai più rivisto.

«Mia sorella sì; io non ho voluto. Quando è morto, non ho provato nulla. Né dolore, né gioia; che sarebbe comunque stata un’emozione. Non lo odiavo, e non lo amavo. A lungo ho creduto che il fatto di non avere un padre non mi avesse cambiata. Solo di recente ho capito che non è così. Non avere un padre è come un buco nero, un pozzo chiuso. E io quel pozzo non potevo permettermi di riaprirlo»

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