Le misure dovrebbero entrare in vigore dal 26 aprile fino al 31 luglio. Non sono ammesse deroghe fino alla secondaria di primo grado a meno che non ci siano focolai
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Repubblica riporta le principali novità contenute nella bozza di decreto che il governo sta mettendo a punto dopo l’incontro con le Regioni di oggi pomeriggio e in attesa del Consiglio dei ministri di domani. La bozza è ancora suscettibile di modifiche. Le misure dovrebbero entrare in vigore dal 26 aprile fino al 31 luglio. Ne pubblichiamo gli stralci relativi alla scuola.
“Dal 26 aprile e fino alla conclusione dell’anno scolastico 2020-2021, è assicurato in presenza sull’intero territorio nazionale lo svolgimento dei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, dell’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, nonché delle attività scolastiche e didattiche della scuola secondaria di secondo grado di cui al comma 2, almeno per il 50 per cento della popolazione studentesca”.
Inoltre,
“le disposizioni di cui al primo periodo non possono essere derogate da provvedimenti dei presidenti delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano e dei sindaci. La predetta deroga è consentita solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus sars-cov-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica”.
Per quanto riguarda le scuole superiori, il testo recita:
“Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del presidente della repubblica 8 marzo 1999, n. 275, affinché, nella zona rossa, sia garantita l’attività didattica in presenza ad almeno il 50 per cento, e, fino a un massimo del 75 per cento, della popolazione studentesca, e, nelle zone gialla e arancione, ad almeno il 60 per cento e fino al 100 per cento della popolazione studentesca. La restante parte della popolazione studentesca delle predette istituzioni scolastiche si avvale della didattica a distanza”.