Sacchi: «Il calcio italiano è figlio di un rifiuto culturale al cambiamento»

Alla Gazzetta: «Oggi nel calcio si attacca e ci si difende in undici. In Italia no, si difende con molti e si attacca con pochi»

Sacchi

foto Andrea Rigano'/Image Sport

Sulla Gazzetta Arrigo Sacchi commenta il momento del calcio italiano che non ha portato nessuna squadra agli ottavi di Champions:

A livello internazionale si cerca sempre più un calcio dove tutti gli undici partecipino alla fase difensiva e offensiva, non è contemplato avere difensori in superiorità numerica e preposti soltanto alla marcatura. In tutto questo ci sono molta strategia e pochissimi tatticismi. Nel nostro Paese è tutto il contrario, troppe squadre praticano un football tattico, difensivo e statico: si difende con molti e si attacca con pochi. L’Atalanta di Gasperini è una delle squadre italiane con più ritmo, velocità e coordinazione, cerca di avere il dominio del campo e del gioco, aggredisce l’avversario con pressing e con velocità.

Il modo italiano di intendere questo sport è antico e figlio di un rifiuto culturale al cambiamento. Così non ci si avvicina al futuro, bensì al passato. I risultati internazionali degli ultimi undici anni sono stati sconfortanti e ci condannano: mai una vittoria, mentre la Spagna ha vinto 6 Champions e 4 Europa League.

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