ilNapolista

Al di là del colpo alla testa (e della paura), Osimhen non è in grado di giocare

È rientrato da un mese e non è nemmeno l’ombra del calciatore ammirato a inizio stagione. Forse è il caso di fermarlo e aspettare che sia presentabile

Al di là del colpo alla testa (e della paura), Osimhen non è in grado di giocare

L’infortunio finale di Victor Osimhen ha tenuto tutti col fiato sospeso. È caduto malamente, ha battuto la testa a terra ed è successo quel sappiamo. Ha perso conoscenza, la corsa in ospedale, l’amnesia. Adesso dovrà rimanere a riposo per un bel po’, con questi infortuni non si scherza. Quindi siamo tutti vicini all’attaccante nigeriano e gli auguriamo di riprendersi al più presto.

Non possiamo, però, non analizzare la prestazione di ieri sera di Osimhen, così come non possiamo esimerci dal tracciare un primo bilancio dell’ultimo mese dell’africano. Reduce da in brutto infortunio alla spalla, Osimhen è rientrato lo scorso 24 gennaio a Verona. Venne buttato in campo da Gattuso, sulla spinta della disperazione, e Osimhen in 29 minuti toccò la miseria di 5 palloni. Sembrò un pesce fuor d’acqua. Quella sensazione ha continuato ad accompagnarlo in tutte le sue successive apparizioni.

Da allora ha giocato altre sette partite di cui quattro da titolare: contro Granada, Juventus, Atalanta in campionato e in Coppa Italia. E mai l’attaccante è sembrato – nemmeno lontanamente – un giocatore paragonabile a quello visto a inizio stagione. Osimhen ha smarrito tutto. La condizione fisica innanzitutto. Ieri ha impressionato per un tentativo di scatto a inizio partita, aveva un buon vantaggio sull’avversario eppure il difensore dell’Atalanta lo ha recuperato con una facilità disarmante. Quando non sei in condizione fisica, nulla può riuscirti. E infatti ha sbagliato appoggi e stop molto semplici. Non è stato in grado di tenere un pallone, se non una volta nella ripresa: è stato bravo e ha subito fallo.

Osimhen non sembra neanche in condizione psicologica, nel senso che è ancora lontano dall’essere un calciatore in grado di entrare nel clima partita.

Adesso non sappiamo – e non sta a noi stabilirlo, non abbiamo le competenze per farlo – se la strada per il suo recupero debba essere necessariamente quella di farlo sempre giocare. Forse è così. Di certo al momento Osimhen è un calciatore che non è in grado di impensierire le difese avversarie e che spesso recita il ruolo di chi dà l’idea di trovarsi lì per caso. È anche una stretta al cuore, perché Osimhen è il calciatore che ha portato una ventata d’aria nuova al Napoli di Gattuso. Si è mostrato ai napoletani come una forza della natura. Irruppe a Parma – prima di campionato – e sbloccò partita e gioco. Fu travolgente all’andata contro l’Atalanta in quel 4-1 che tanto illuse tifosi e ambiente.

Poi, arrivò quel maledetto infortunio in Nazionale. L’ultima partita col Napoli fu l’8 novembre, a Bologna, tra l’altro decisa da un suo gol.

Non bisogna commettere con lui l’errore commesso con Lozano. Certamente non è un attaccante da 70 milioni, infatti il Napoli lo ha pagato poco meno di 50. E neanche li vale adesso. Su questo non ci piove. Però è un attaccante che il Napoli deve considerare come una delle risorse che ha a disposizione. Anche e soprattutto per il futuro. Deve ragionare in prospettiva, non come se la vita finisse la settimana prossima. Bisogna pensare alla soluzione migliore per il Napoli e per il calciatore. Magari senza esporlo a prestazioni che non rispecchiano nemmeno lontanamente il suo valore.

Il Napoli deve tutelare Osimhen, deve tutelare l’acquisto più oneroso della sua storia.

ilnapolista © riproduzione riservata