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La mamma di Martina: «Mi ha commosso il cancelliere, mi ha sorriso quando ha letto la sentenza»

A La Stampa: «Gli avevo chiesto di farmi capire i termini legali perché io le sentenze non riesco mai a decifrarle. In questi anni ho dovuto ingoiare ogni tipo di bugia. Non si può oltraggiare così chi non può difendersi» 

La mamma di Martina: «Mi ha commosso il cancelliere, mi ha sorriso quando ha letto la sentenza»

La Stampa intervista Franca Murialdo, la mamma di Martina Rossi, la studentessa morta il 3 agosto del 2011 cadendo dal terrazzo di un hotel di Palma di Maiorca. Dopo 10 anni di battaglia, insieme al marito, la Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione per i due ragazzi imputati per la sua morte. Il processo è da rifare.

«Mi ha commosso il gesto del cancelliere che quando ha letto la decisione dei supremi giudici mi ha sorriso, gli avevo chiesto di farmi capire i termini legali perché io le sentenze non riesco mai a decifrarle».

Con la decisione della Cassazione, racconta, ha ritrovato la fiducia. Dice:

«Adesso ho ritrovato la fiducia, ma per favore non dite che voglio vendetta. Perché qui si tratta di punire chi ha sbagliato. È una cosa successa dieci anni fa, però questi due individui hanno sempre cercato di nascondersi. Senza ammettere nulla, negando le evidenze. Non credo siano cambiati e quindi bisogna fargli capire che quando si commettono degli atti bestiali così, bisogna pagare. Troppe donne vengono uccise, tutte le volte che succede penso a mia figlia».

I due ragazzi, Vanneschi e Albertoni, non hanno mai parlato ai genitori di Martina.

«A noi personalmente non hanno mai detto niente. E questo comportamento mi ha insospettito fin da subito, fin da quando parlando con il portiere dell’hotel di Palma di Maiorca ho scoperto che l’orario della morte di Martina non coincideva con quanto raccontavano. Quando ho sentito  Vanneschi dire “ora Martina sarà contenta”, il giorno dopo la sua assoluzione, mi è crollato il mondo addosso. Una frase disgustosa che mi ha ferito profondamente, come mamma e come donna».

La sentenza della Cassazione non è da intendere come una riabilitazione della figlia. Non c’era niente da riabilitare.

«Martina non deve essere riabilitata proprio di un bel niente. Mia figlia era una ragazza solare e in questi anni, nelle aule dei tribunali, ho dovuto ingoiare ogni tipo di bugia. Capisco il diritto alla difesa però non si può oltraggiare in quel modo una persona che non può difendersi. Giovedì mattina quando gli avvocati di quei due hanno detto che voleva essere soddisfatta ho dovuto uscire a prendere una boccata d’aria. Mi sentivo soffocare perché oltre ad averla uccisa le stavano facendo anche questo. Uno scempio che non deve essere permesso».

I due ragazzi devono rispondere dei loro gesti, dice.

«Hanno sbagliato e devono essere puniti. Martina non era una mangiatrice di uomini, questa cosa non la devono dire più».

 

 

 

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