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“Welcome to favelas” ha svelato la rissa del Pincio: «Raccontiamo le borgate, senza filtri»

Sul Foglio il fondatore della piattaforma che spopola su Instagram e Telegram: «Fogna o giornalismo? È un flusso continuo di video che ci mandano. Mi ispiro a Radio Radicale»

“Welcome to favelas” ha svelato la rissa del Pincio: «Raccontiamo le borgate, senza filtri»

Il Foglio, con l’ottimo Carmelo Caruso, pubblica una conversazione con Massimiliano Zossolo il creatore-fondatore di Welcome to Favelas piattaforma che diffonde video e grazia a cui tutti hanno scoperto la rissa al Pincio.

È giornalismo o è spazzatura? Più o meno la conversazione parte da qui.

È qualcosa di più complesso – risponde Zossolo -. Non pretendo che tutti lo capiscano. Io la chiamo microcronaca. Cronaca spiccia. Racconto le borgate ma, a differenza dei tromboni, io non mi credo Pasolini. Io faccio un’altra cosa. Raccolgo frammenti di quotidianità. Il video del gabbiano che si mangia il sorcio. Il dipendente dell’Atac che picchia il passeggero. Il cassonetto che si incendia. I barbecue vietati durante il lockdown. Il gatto che piange. Gli animali sui social funzionano. Non ho mai capito perché.

E ancora:

E se ti dicessi che mi rifaccio a Radio Radicale e che Welcome to Favelas è la nuova Radio Parolaccia? Mi prenderesti allora sul serio?”

Il Foglio ricorda che le immagini del Pincio, i video della rissa fra adolescenti, non sono lo scoop di un cronista ma i contenuti che ha ricevuto e pubblicato Zossolo. Che è stato agli arresti domiciliari per sei anni per aver assaltato un blindato dei carabinieri a piazza San Giovanni nel 2011. E che ha la terza media.

Lo puoi scrivere. Non me ne vergogno. In passato sono stato una testa calda. Questo è vero. Ma ho pagato. Vengo da Tor Bella Monaca. La periferia più estrema di Roma.

Nel 2012 ha creato la pagina Facebook “Welcome to favelas” che “ovviamente è stata oscurata. Siamo stati bannati. Ci accusano di aver violato le loro policy”. E’ per questo che vi siete spostati su Instagram e Telegram? “Ci siamo spostati dove è consentita l’anarchia. Su Telegram sei libero di fare quello che vuoi”

Welcome to favelas è seguito da quasi due milioni di follower. Un milione su Instagram. 500 mila su Telegram. Ma c’è anche Tik Tok. Sono soprattutto giovani, 14-21 anni. Funziona in questo modo: “Sulla nostra casella ci spediscono qualsiasi tipo di video. È un flusso continuo. Senza filtri. Il nostro utente non vuole essere citato. Chiede l’anonimato”. Quanti messaggi ricevi? “Quattromila al giorno”. Quanti girati hai sul pestaggio di Natale? “Quel pomeriggio sono stati inviati circa 100 video”. E tutto questo ti sembra normale? “E pensi che oscurando una pagina impedirai una rissa?

Chi ti ha spedito il video del gabbiano che mangia il sorcio? “Un amico di Borgo Pio e lo hanno preso anche i giornali americani”. Vuoi diventare il direttore editoriale del corriere della favelas? “In dieci anni, la mia piattaforma, sarà la prima agenzia italiana di contenuti di cronaca. Più dell’Ansa”.

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