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Malagò: «Juve-Napoli sentenza politica? Il collegio di garanzia non è del Coni, è dello sport»

Al Giornale: «Avanzare sospetti simili sarebbe come dire che dietro una sentenza della Procura di Milano ci sia il presidente della Repubblica» 

Malagò: «Juve-Napoli sentenza politica? Il collegio di garanzia non è del Coni, è dello sport»
Antonello Sammarco/Image Sport

Il Giornale intervista il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Rivolge parole molto critiche verso il governo. Parla delle Olimpiadi ma non solo. C’è spazio anche per il calcio. Gli viene fatto notare che, dopo il primo lockdown, la sua posizione era quella di riprendere il campionato ma senza fretta, solo in totale sicurezza.

«Non è proprio così, ero soprattutto contrario che il calcio, in quel contesto drammatico e con i problemi di sicurezza, non approfittasse dello stop per sistemare al suo interno alcuni temi economici strutturali (ingaggi, costi, ricavi) che, per come è ancora messo, neppure Pico della Mirandola risolverebbe. Però faccio i complimenti al calcio per come è stato ostinato e capace di tenere botta in un momento così difficile».

Malagò parla anche della sentenza del collegio di garanzia del Coni su Juve-Napoli. Un ribaltamento totale della giustizia federale, per cui al Napoli è stato restituito il punto di penalizzazione e la partita sarà rigiocata. Qualcuno ci ha visto una decisione politica, gli fanno notare, come se il Coni avesse parteggiato per una decisione a favore.

«Il collegio di garanzia è dello sport, non è del Coni, è presso il Coni. Punto. Avanzare sospetti simili sarebbe come dire che dietro una sentenza della Procura di Milano contro Mario o Antonio ci sia il presidente della Repubblica… Hanno preso questa decisione, uno la può condividere o meno ma il Coni non c’entra».

Su Gravina e l’auspicio di riaprire gli stadi:

«Io capisco Gravina così come Dal Pino, Ghirelli, Gandini, Righi, anzi capisco più Gandini e Righi perché per basket e volley il pubblico ha una maggiore incidenza economica rispetto alla Serie A. Ma qui viviamo tutti alla giornata, non si sa neppure se il 4 sarà zona rossa o arancione, ma di che parliamo...».

 

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