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I sacerdoti al cardinale Sepe: «Triste il silenzio della Chiesa sulla cancellazione di San Paolo dallo stadio»

Sul Mattino. Lettera anche alla Clemente: “Maradona si è seduto a tavola con i camorristi di questa città che hanno ordinato l’uccisione di Annalisa Durante”

I sacerdoti al cardinale Sepe: «Triste il silenzio della Chiesa sulla cancellazione di San Paolo dallo stadio»

Il Mattino riporta due lettere di alcuni sacerdoti sulla questione stadio San Paolo. Una inviata al cardinale Sepe e l’altra all’assessora Alessandra Clemente. I sacerdoti, tra cui don Antonio Merola parroco di Forcella,  sono per il doppio nome ma criticano il silenzio della Chiesa.

Il grande Diego ha sperimentato in modo acutissimo la fragilità umana: è stato cocainomane, si è seduto a tavola con i camorristi di questa città – gli stessi che hanno ordinato l’uccisione di Annalisa Durante e di tante altre vittime innocenti – ha lasciato figli ovunque perché non sapeva coltivare un rapporto d’amore e di fedeltà. Ora è incredibile che un Santo che ha dato la vita per i valori del Vangelo venga scalzato da un calciatore. Ci sembra assurdo che colui che ha portato Cristo nella nostra civiltà sia sfrattato con tanta velocità e con l’assenso incomprensibile di una parte di chiesa silenziosa e sonnolenta».

È un passaggio della lettera a Clemente.

Dello stesso tenore quella scritta da don Salvatore Giuliano, parroco nella basilica di San Giovanni Maggiore, al cardinale Crescenzio Sepe e condivisa da altri sacerdoti:

«È veramente triste che mentre i potenti cancellano i nomi e i segni della fede dalle nostre città, noi cristiani restiamo in silenzio o, peggio, li appoggiamo. Lo stadio San Paolo resti al Santo che ci ha portato Gesù! Sento con umiltà la grande responsabilità innanzi a Dio di dirvelo».

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