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Fausto Leali: “Maradona impazziva per me, da piccolo guardava una telenovela solo perché la sigla era mia”

Il cantante a Repubblica: “Diego era un mio fan. Dopo Sanremo 87 fece di tutto per conoscermi: mi feci trovare a casa sua, impallidì e poi duettammo. Fui l’unico musicista invitato al suo matrimonio con Califano”

Fausto Leali: “Maradona impazziva per me, da piccolo guardava una telenovela solo perché la sigla era mia”

C’è stato un mondo capovolto, di cui non sapevamo niente, in cui Diego Armando Maradona insegue Fausto Leali, e fa di tutto per conoscerlo di persona. E’ lui a chiedergli un selfie, pure se all’epoca i selfie non esistevano. Non il contrario.

Non lo sapevamo ma Maradona e Leali erano amiconi. Lo racconta il cantante in un’intervista a Repubblica, in mezzo a decine di aneddoti. Leali, che tra l’altro non ha mai nemmeno seguito il calcio…

Il motivo di tanta ammirazione del più forte giocatore del mondo, poi, è meraviglioso:

Senza che neppure lo sapessi, la mia canzone A chi diventò la sigla di una telenovela popolarissima in Argentina. E Diego, che era un bambino, la guardava solo per poter ascoltare la canzone. Quando diventò calciatore e venne in Italia, nel 1984, io ero in un periodo di bassa popolarità, mi rilanciai nel 1987 quando cantai Io amo a Sanremo. E Diego, che del festival era uno spettatore appassionato, impazzì a riscoprirmi. E volle conoscermi di persona“.

Accadde a Napoli, dopo un concerto:

“A fine serata mi incontrarono due persone e mi chiesero se volevo incontrarlo. L’indomani mattina vennero a prendermi, mi portarono a casa sua a Napoli. Lui non c’era, era ad allenarsi. In una stanza c’era un palchetto con strumenti, a Diego piaceva la musica. Quando rientrò e accese la luce, io mi misi a cantare. Impallidì dall’emozione e ci mettemmo a duettare“.

Leali racconta che erano “così legati che mi invitò al suo matrimonio con Claudia Villafanes a Buenos Aires, nel 1989. Una storia incredibile”. Incredibile perché Maradona “aveva affittato un jumbo 747 per trasportare tutti gli invitati italiani. Un aereo da 300 posti tutto per noi. Aveva due piani: al superiore lui, Claudia e i famigliari, una dozzina di persone. Sotto la prima classe, la business e la economy. L’aereo partì mezzo pieno e si riempì definitivamente a Barcellona, dove fece tappa per accogliere gli altri ospiti”.

Gli unici due musicisti invitati, alla fine, furono Leali e Franco Califano, nessun altro.

In questo mondo un po’ assurdo capitavano cose così:

Tre- quattro anni dopo ci incontrammo a Disney World, in Florida. Ma per puro caso, pensi lei quanta gente tiene quel posto. Eravamo in fila alla biglietteria. Vederci lì fu qualcosa di incredibile, una coincidenza clamorosa”.

E per far capire com’era generoso Maradona, Leali racconta un episodio in particolare:

“Feci un concerto a Verona, arrivarono alla fine due suoi amici che abitavano lì. Andammo a cena in un ristorante che tenne aperto apposta per noi. Alla fine feci per pagare, ma loro tirarono fuori una carta di credito intestata a Maradona, che gliel’aveva regalata perché pagassero loro quando incontravano qualche amico comune. Ecco, questo dice tanto dell’uomo, direi”.

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