Baglioni: «Quando Pino Daniele cacciò via Dalla dicendogli che non aveva capito niente di una canzone»

Al Fatto: «Ci fu un periodo in cui Lucio era in crisi di scrittura, allora andava a suonare nei dischi degli altri, da special guest, così si presentò da Pino... La mia ossessione? Non riuscire a capire quando chiudere il sipario»

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Il Fatto Quotidiano intervista Claudio Baglioni. Venerdì, a distanza di sette anni da “Con Voi”, è uscito il suo ultimo album, “In questa storia… che è la mia”. Racconta di aver attraversato quasi una crisi di scrittura, accentuata dal Covid.

«Anche oggi che il disco è uscito mi sembra strano: l’ho pensato talmente tante volte da temere di non terminarlo; il Covid, invece di darmi la voglia di riuscire e andare avanti, mi ha fermato».

Ad aiutarlo a venirne fuori, dice, è stato da una parte l’amor proprio e, dall’altro, una considerazione ben precisa:

«Ho una lunga carriera e una certa età, quindi non c’è tutto questo tempo per aspettare. Mi ha aiutato l’idea che sono le ultime cose che possono capitare in questo straordinario viaggio personale e artistico».

Nell’intervista racconta il rapporto che ha avuto con alcuni cantautori italiani. Come Lucio Battisti («Forse lui non sopportava me, io l’ho amato alla follia») e Lucio Dalla.

«Per lui ero ‘la suora’, per i modi molto gentili di pormi. Ma Lucio era capace di qualsiasi cosa: un artista grandissimo, quanto bugiardo. Era il suo modo di raccontare la vita. Era capace di inventarsi aneddoti, soprannomi, storie. Si divertiva anche a narrare i suoi disastri».

E racconta un aneddoto riguardante proprio Lucio Dalla e Pino Daniele.

«Ci fu un periodo in cui era in crisi di scrittura, allora prendeva il sax e andava a suonare nei dischi degli altri, da special guest. In questa fase si presentò da Pino Daniele, ma Pino lo cacciò e in malo modo, al grido ‘sei un cane, non hai capito niente del pezzo’. Lucio, da paraculo, spiattellò per primo questa storia».

Subito Baglioni ricevette la telefonata di Pino Daniele.

«Ricordo la sua telefonata: ‘Ma questo Dalla, perché non incide un bel disco invece di suonare così?’».

Il cantautore confessa qual è la sua ossessione.

«Ho un timore: riuscire a individuare il momento in cui bisogna chiudere il sipario. Da un certo punto in poi cominciano le prove generali del finale carriera, il botto, quello che rimarrà indelebile. Il timore è di non avere la lucidità per capire quando appendere i guantoni al muro, come un pugile che rischia la figura dell’atleta suonato. Non vorrei finire così».

 

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