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Napoli-Milan 1-3, pagelle / Questo Napoli è figlio di Giuntoli l’uomo che non volle Ibrahimovic

Anche Gattuso ha le sue responsabilità. C’era una maglia in campo con il nome di Insigne sopra, ma evidentemente era vuota.

Napoli-Milan 1-3, pagelle / Questo Napoli è figlio di Giuntoli l’uomo che non volle Ibrahimovic

MERET. Gli tocca in sorte l’ennesimo show di Zlatan e così stasera i dolori del giovane Meret fanno male assai. Perdipiù è sconsolato e afflitto in fase di impostazione: il Milan è asfissiante e lui non sa a chi dare la pelota. Il voto è in linea con la prestazione più che mediocre dei compagni – 5

Il gol peggiore, tra i tre presi, è stato quello di testa. Forse qualcosa in più per opporsi avrebbe potuto farla. Male nella costruzione dal basso: non vede altro che il passaggio a Manolas – 5

DI LORENZO. Sorvolando sui vuoti d’aria che gli provocano Rebic e Theo, Di Lorenzo è il protagonista disastroso di due episodi. Dapprima si mangia un gol a porta vuota: era più facile metterla dentro che prendere la traversa. Eppoi dona al Milan la ripartenza che conduce alla doppietta di Zlatan – 4

Un disastro sotto tutti i punti di vista. E scrivendo disastro mi sono tenuta. Sbaglia tutto. Quanto alle palle perse che rilanciano il Milan, anche il terzo gol nasce così. Quella traversa beccata con il tiro sotto porta è stata l’istantanea della  sua partita – 3

MANOLAS. L’Ellenico fa un’onesta partita difensiva e prova anche a bucare il pressing rossonero con lanci lunghi old style. Insomma, fa quel che può e alla fine gli tocca assistere alla terza rete di Hauge – 5,5

Scartato come un birillo triste da Hauge in occasione del terzo gol del Milan si limita a svolgere il compitino senza neanche troppa verve. E infatti costringe Fabian ad abbassarsi di continuo per difendere – 5

KOULIBALY. Talvolta spaesato, come quando lascia solo soletto Kjaer al 10’. Poi Ibra gli dà una sontuosa lezione aerea e segna il primo gol. Il povero Kalidou s’improvvisa pure terzino sinistro, segno di una squadra che stasera non sapeva da dove cominciare – 5

Il quarantenne Zlatan se lo fuma a colazione. Lo svedese umilia ripetutamente sia lui che Manolas. Uno spettacolo imbarazzante – 4

MARIO RUI. Marittiello è stato tra i più dannosi, Ilaria. Prima di indovinare un lancio o un cross ne ha sbagliati decine. E quando l’azzecca, la dà a Di Lorenzo che poi la perde e il Milan va a segnare. Certo, è suo l’assist vincente per Ciro il Vecchio ma per me non sposta nulla – 4,5

Quando ti trovi a rimpiangere Hysaj vuol dire che la serata è completamente sbagliata (mezzo voto in più per l’assist) – 4,5

FABIAN RUIZ. L’abbiamo visto protagonista in settimana della Spagna che ha umiliato i teutonici. Stasera era una lumaca sbadata e irritante – 4,5

Certo non lo aiuta dover mettere una pezza alle falle di Manolas. Se devi scendere di continuo è difficile che tu possa anche dirigere l’azione. E infatti, nel Napoli l’azione non c’è stata – 4,5

ELMAS dal 90’. Senza voto

Forse andava inserito prima, data la debacle generale – sv

BAKAYOKO. Molto più in palla di Fabian ma l’orrendo Valeri lo condiziona con una prima ammonizione surreale. Indi il rosso finale. Peccato – 6

D’accordo sul primo giallo, eccessivo, da parte di Valeri. Però, santiddio, perché commetti un’ingenuità così e arrivi al secondo? – 5

LOZANO. Il Messicano è mobile e tocca tantissimi palloni. Epperò gli manca la cazzimma necessaria – 5,5

Ne tocca tanti, ma ne sbaglia anche parecchi. E si pesta continuamente i piedi con Politano, che forse è peggio – 4,5

ZIELINSKI dal 56’. Per indole e vocazione, il suo ingresso dovrebbe iniettare un po’ di furore. Invece anche il Polacco deambula senza costrutto – 5

Il Covid deve averlo preso in forma parecchio fortina se è ridotto così. In affanno dal primo istante che ha toccato l’erba del San Paolo, nonostante entrasse come forza fresca – 5

POLITANO. L’unico a salvarsi nel Quartetto di Bassi là davanti. Scatti da velocista, possesso palla, tiro e visione, ma stasera purtroppo è come il Battista che predica nel deserto – 6,5

Il migliore in campo, senza dubbio, ma non è che ci voleva Mandrake. Pure lui, però, Fabrì: irritante ai limiti del verosimile nel non riuscire a concretizzare nemmeno un (e dico UN) passaggio finale. Penetra la difesa rossonera con incursioni velocissime che sembrano sfondare tutto e poi è come se entrando in area urlasse: “fate di me ciò che volete”. Non alza la testa neanche una volta, getta palle al centro dove non ci sono i suoi compagni e sempre, sempre, vanifica l’azione – 5,5

PETAGNA dal 68’. El Comò al 93’ ha la pelota clamorosa del pari ma dai suoi piedi origina un tiro loffio e centrale. E mi fermo qui, Ilaria – 5

Giustamente hai la possibilità di pareggiare e che fai? Lanci in bocca al portiere. A sua parziale discolpa si può argomentare che non gli è arrivato manco un cross – 5

INSIGNE. Qualche giornalone del nord, impressionato dal suo azzurro nazionale nei giorni scorsi, ha scomodato per lui il verbo maradoneggiare. Stasera, invece, più che altro ha nulleggiato rintanandosi nella sua mattonella, soprattutto nel primo tempo. Il Capitano dovrebbe trascinare i compagni, anziché trascinare se stesso – 4,5

S’è vista una maglia in campo con il nome di Insigne sopra, ma era vuota, o era un ologramma, perché il capitano, di fatto, non ha giocato. Con una diversa gradazione di azzurro addosso, evidentemente, il “Dalì di Frattamaggiore” ha perso tavolozza e pennelli – 4

MERTENS. Ha sei anni meno di Zlatan e non è un fenomeno come lui. Questo modulo è disegnato per Osimhen, d’accordo, ma Ciro il Vecchio si limita a lampeggiare come le luci natalizie. Talvolta con decisione quando segna oppure impegna Donnarumma al 26′. Spesso, invece, con una dose eccessiva di leziosità svogliata – 5,5

Registriamo il gol ma nulla di più. Come punta centrale nel 4-2-3-1: bocciato – 5,5

GATTUSO. A caldo se l’è presa coi “professorini” e con la solita mancanza di veleno, soprattutto nelle partite topiche. Ma Ringhio Starr ha anche le sue responsabilità: senza Osimhen, anziché rifugiarsi nel quattro tre tre catenacciaro ha preferito sfidare il suo amore di sempre a viso aperto e le ha prese di brutto. Il Milan ha meritato di vincere. Punto. Col tempo, però, Ilaria spero emergano le colpe del boss Giuntoli, l’inventore di questo Napule ambiguo e altalenante e che stasera si merita tutto il contrappasso di Zlatan, che Re Carlo voleva prima di essere cacciato, deriso e umiliato da questo modesto dirigente toscano – 4,5

Una sentenza la partita di ieri la lascia: il Milan è nettamente più forte del Napoli, fosse anche solo perché c’è quell’Ibrahimovic di cui Giuntoli ha parlato con sufficienza. Poi, delle colpe di squadra e tecnico potremmo parlare per ore. Ho poche cose da dire. Uno: se vedi che Mertens punta non funziona, perché non è in serata o per mille altri motivi, cambi, non perseveri. Non ti metti a sfidare la tua ex squadra del cuore – come dici tu – che al momento è solida come un macigno che pende sulla tua testa e finisce che ti schiaccia. Due: è sembrata una serata copia di Salisburgo. Una squadra a pezzi, senza collante, senza alcuna unità e cooperazione. Quando Gattuso ha iniziato a parlare di professorini e professoroni e tutta quella roba lì, ho immaginato le auto private dei giocatori che lasciano il San Paolo ognuno per i fatti suoi. Bella la storia del Gattuso che ha ricompattato tutti, eh? Come la narrazione del Rino ringhiante. Echeppalle – 5

ARBITRO VALERI. Ha falsato la partita con quel primo giallo fuori dalla realtà a Baka

Vabbè, c’è anche la gomitata a Koulibaly, ma nulla di tutto ciò ha fatto perdere la partita al Napoli

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