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Cazzullo: «Non tiferò più Sinner, anche lui risiede a Montecarlo per non pagare le tasse»

Sul Corsera: «Un campione racconta una storia che non può essere quella di un elusore fiscale. Continuerò a tifare Nadal che le tasse le paga in Spagna»

Cazzullo: «Non tiferò più Sinner, anche lui risiede a Montecarlo per non pagare le tasse»
Italy's Jannik Sinner celebrates a point against Denmark's Holger Rune during their first round-robin match at the ATP Finals tennis tournament in Turin on November 16, 2023. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Dal Corriere della Sera riportiamo la risposta di Alzo Cazzullo a una lettera su Sinner che paga le tasse a Montecarlo.

Caro Aldo, il tanto osannato giovanissimo tennista altoatesino Sinner che parla l’italiano da tedesco come tanti da quelle parti si è però già adeguato al peggio degli italiani e ha già portato la residenza a Montecarlo. Lui e Berrettini andrebbero chiamati tennisti monegaschi… Ma fanno così anche negli altri Paesi europei? Mario Anghinoni, Mantova

Tutti i tennisti italiani a Montecarlo

Quando ho letto la sua mail, ho pensato che lei si fosse sbagliato. Mi sono detto: non è possibile che ogni tennista italiano emergente vada a Montecarlo per non pagare le tasse. L’hanno fatto prima Berrettini, poi Musetti; davvero l’ha fatto pure Sinner? Così ho digitato su Google le parole «Sinner» e «Montecarlo». La prima occorrenza è il titolo di un sito specializzato in tennis: «È da dementi fare polemica sul fatto che uno decida di risiedere a Montecarlo».

Cazzullo: dietro Sinner una macchina che lo mette al riparo dal Fisco

Prosegue Cazzullo:

Ecco, mi autodenuncio: sono uno di quei dementi. Trovo amaro che, nel momento in cui ci sono compatrioti che muoiono nel bagno di un ospedale, altri italiani si chiamino fuori dalla comunità, dicendoci in sostanza: arrangiatevi, io sto nel Principato di Monaco (non prendiamoci in giro: il fatto che siano già lì non è una giustificazione, anzi). Certo, Sinner è un ragazzo di diciannove anni, giustamente concentrato sullo sport. È evidente che dietro c’è una macchina, c’è un sistema che mette i campioni al riparo dal Fisco. Ma è un sistema che non ha capito cosa sia un campione. Un campione non è solo uno che vince e fa soldi, spesso succhiati da altri; è una persona che racconta una storia. Può essere la storia del figlio di una favela brasiliana o di una villa miseria argentina che diventa campione del mondo di calcio, o di un bravo ragazzo borghese cui a 19 anni viene detto che non potrà più giocare a tennis e poi vince venti titoli Slam; ma non è e non può essere la storia di uno scaltro elusore fiscale, oltretutto nel pieno della peggiore emergenza sanitaria degli ultimi cent’anni.

Ovviamente i tennisti sono solo una goccia nel mare. I veri ricchi nei paradisi fiscali, e il ceto medio sempre più tartassato dal Fisco: il governo Pd-5 Stelle non ha nulla da obiettare? I francesi a Montecarlo non ci possono andare; perché gli italiani sì? Cosa intende fare il nostro governo per garantire la fedeltà fiscale, almeno nei mesi dell’emergenza più grave? Attendiamo risposte. (Nell’attesa, non tiferò più per Sinner, e continuerò a tifare Nadal, che è uno dei primi contribuenti del Regno di Spagna; e lascerà nella storia dello sport un’impronta incomparabilmente più profonda di Sinner, Musetti e Berrettini messi assieme).

Nel 2024, dopo la vittoria agli Australian Open, Cazzullo non ha cambiato idea e ha ri-spiegato la sua posizione.

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