Serghei, da detenuto a giocatore di rugby in Top10. «Questo sport mi ha insegnato cosa è la famiglia»
Sul Corriere Torino. Ha iniziato rispondendo ad un annuncio affisso alla bacheca del carcere di Torino. Oggi gioca nel Colorno. «Il rugby mi ha aiutato a rispettare le regole che ho infranto in passato».

Sul Corriere Torino la storia di Serghei Vitali, moldavo 36enne che, in carcere da 16 anni, ha trovato un motivo di riscatto nel rugby.
Ha giocato per La Drola e i Barbari del Po e, da pochi mesi, è diventato un punto fermo del Colorno, nel campionato Top10. Tutto è iniziato rispondendo ad un annuncio affisso alla bacheca del carcere delle Vallette, di Torino.
«Quando l’ho visto ho pensato: “Strano che qui in prigione si possa giocare a rugby”. Mi sono iscritto e dopo un mese sono stato selezionato. L’allenatore mi ha subito confidato che sarei potuto diventare una terza linea perfetta».
E così, Serghei ha intrapreso la sua nuova strada, trovando una nuova famiglia.
«Questo sport mi ha insegnato cosa è la famiglia. Qui non si è mai soli, in allenamento e in cella come in partita. Giocando ho scoperto tante cose. Il rugby mi ha aiutato a rispettare le regole che ho infranto in passato».