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Sconcerti: Il silenzio degli stadi vuoti aiuta gli attaccanti, ma penalizza i difensori

Dopo il lockdown anche il calcio è cambiato, c’è stata un’impennata di gol fatti, il che significa però anche un aumento di quelli subiti.

Sconcerti: Il silenzio degli stadi vuoti aiuta gli attaccanti, ma penalizza i difensori

Mario Sconcerti sulle pagine del Corriere della Sera riflette sul nostro calcio in temo di pandemia partendo da un dato inconfutabile, da dopo il lockdown si segna di più e non poco di più.

Nelle dodici giornate dell’ultima estate sono state segnate 392 reti contro le 326 della stagione scorsa nello stesso periodo. Nelle prime quattro giornate di questo campionato sono state segnate 136 reti in 37 partite (mancano Genoa-Torino e i due 3-0 a tavolino di Verona-Roma e Juve-Napoli), un numero mai registrato

Il motivo? Sconcerti riconosce che non vi sono molte differenze, se non l’assenza di pubblico allo stadio. Il calcio del silenzio dunque produce più gol, ma c’è una doppia riflessione, perché 100 gol in più fatti significa anche 100 gol in più subito. Quindi, se il silenzio aiuta gli attaccanti, penalizza di sicuro i difensori.

è molto probabile che il calcio del silenzio danneggi i difensori, tolga concentrazione. I movimenti del difensore non sono spontanei, dipendono da quelli dell’attaccante. Sono riflessi di seconda battuta, hanno bisogno del doppio di attenzione. Il pubblico rappresenta il primo giudizio sul gioco, tiene sveglio il difensore, spesso gli indica il pericolo, la geografia dell’avversario. Il silenzio favorisce l’agguato, la sorpresa dell’attaccante.

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