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Come Osimhen ha cambiato il volto del Napoli di Gattuso

Le qualità uniche del nigeriano stanno portando a una svolta filosofica: la rinuncia al possesso palla per favorire le sue caratteristiche in un nuovo modulo

Come Osimhen ha cambiato il volto del Napoli di Gattuso
foto Hermann

Non è stato soltanto per il gol: quello è soltanto una logica conseguenza. La partita di Victor Osimhen contro l’Atalanta ci ha fatto scoprire le potenzialità di un giocatore e di una squadra, potenzialità ancora nascoste almeno in parte. È sicuramente un Napoli che sta attuando una mutazione, quello attuale, che transita dalle strette maglie di un 4-3-3 che aveva bisogno del ritmo dettato da Demme ad un 4-2-3-1 a trazione offensiva con quattro attaccanti. Ed è con questo assetto che l’individualità del nigeriano e il collettivo possono giovarsi a vicenda.

Da un punto di vista tattico, il suo inserimento ha del tutto modificato i principi in fase di costruzione del gioco. È un attaccante veloce e molto prestante, questo lo rende il bersaglio ideale di una palla lunga che possa scavalcare la difesa o che gli arrivi addosso con le spalle alla porta. La possibilità quindi di scavalcare il centrocampo all’occorrenza ed evitare che la manovra si sviluppi per forza attraverso passaggi brevi, rende meno necessaria la presenza di un regista a centrocampo. Ieri, ad esempio, Fabian Ruiz non ha avuto molta libertà per la marcatura a uomo di Gomez eppure con l’arretramento di Mertens e i lanci lunghi, il Napoli ha ovviato a questo problema.

Osimhen in questo senso si è mosso alla perfezione. Ha allungato la squadra lasciando spazio per i movimenti a convergere degli esterni e ha catalizzato l’attenzione di due difensori su di sé, che comunque non sono riusciti a limitarne l’azione. Ha scelto bene sistematicamente quando attaccare la profondità e quando proteggere il pallone, trovando poi anche il gol che ha chiuso la partita già prima dell’intervallo con un’inedita soluzione dalla distanza.

Un vero e proprio saggio delle sue qualità, dunque, coronato da una rete (la prima con la maglia del Napoli in gare ufficiali) e da un avversario che, al netto di tutti i fisiologici limiti, è tra le migliori squadre del campionato ed è tra quelle che rappresenteranno l’Italia in Champions League. E che invece è stato totalmente eclissato in soli 45 minuti.

Questo permette a Gattuso una svolta proprio filosofica, perché giocare in questo modo impedisce di controllare a lungo il possesso della palla, una statistica in cui il Napoli ha primeggiato per mesi. Gli attacchi sono molto più rapidi e improvvisi, ma non per questo meno ragionati. La fisicità di Osimhen in avanti e di Bakayoko a centrocampo è fondamentale per attuare questa trasformazione. Gli azzurri cominciano a staccarsi dalla corrente che ancora è influenzata dal tiki taka, per avvicinarsi a quella di Klopp e Gasperini: un calcio veloce, non esasperato dal possesso ma dall’intensità in fase offensiva.

Potrebbe rivelarsi senz’altro un azzardo, ma al momento la bontà della scelta è legittimata dai risultati. Il Napoli ieri ha subito il primo gol sul campo in tre partite giocate e ne ha segnati 12 e il tempo potrebbe solo giocare a favore degli azzurri, che gara dopo gara potranno migliorare gli automatismi di squadra. Basti pensare a Osimhen che in tre partite ha cambiato il volto di una squadra pronta ad esaltare i suoi colpi.

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