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C’è un’Asl a Berlino: bloccato il volo del Napoli. Il calcio viene dopo il diritto alla salute

L’Asl Napoli 1 ha bloccato la partenza del Napoli: chi è in isolamento fiduciario, non può viaggiare. L’ennesima figuraccia rimediata dal calcio italiano

C’è un’Asl a Berlino: bloccato il volo del Napoli. Il calcio viene dopo il diritto alla salute

C’è un’Asl a Berlino. Anzi a Napoli. Napoli 1. C’è un’autorità sanitaria che ricorda al mondo del calcio che anche loro sono soggetti alle leggi italiane. E in Italia, fino a prova contraria, la Costituzione tutela il diritto alla salute. E quando c’è una pandemia, funziona che restano a casa i contagiati e anche coloro i quali sono entrati a contatto con i contagiati. Non esistono deroghe per chi gioca a calcio. Esistono deroghe, se esistono, per attività emergenziali. E quindi il Napoli non può partire per Torino per motivi di salute pubblica. Un’autorità sanitaria non può autorizzare il volo di un gruppo che è in isolamento fiduciario.

È quanto accaduto questa sera a Napoli. La Asl Napoli1 ha fermato il volo della squadra per Torino. Lo ha fatto perché il gruppo era in isolamento fiduciario, vista la presenza di due calciatori positivi – Zielinski ed Elmas – più un collaboratore di Giuntoli. Il Napoli è tenuto a comunicare alla Asl i nomi dei positivi. Se la partita si fosse giocata a Napoli, forse si sarebbe anche potuta disputare. Ma la Asl non ha autorizzato, né avrebbe potuto farlo, il viaggio di un gruppo di persone potenzialmente contagiose. Sulla pista di Capodichino è rimasto l’aereo pagato da De Laurentiis. Cocì come a Torino c’è un autobus che avrebbe dovuto trasportare il Napoli in albergo.

Ricordiamo che da giorni la Campania è la regione con più contagi per Covid-19 in Italia. La situazione è d’allerta, per non dire d’allarme. Capiamo che il calcio continua a percepirsi come figlio della gallina bianca, ma deve rendersi conto che siamo uno Stato governato da leggi che valgono anche per il calcio.

I calciatori del Napoli, quindi, non potranno neanche rispondere alle convocazioni delle Nazionali. Non possono viaggiare.

Ancora una volta, purtroppo, il calcio italiano ha rimediato la consueta brutta figura. Come uno scolaro discolo, si è fatto beccare nuovamente con le mani nella marmellata ed è finito dietro alla lavagna. Con l’aggravante che stavolta non si trattava di marmellata ma della salute di giocatori e dei loro familiari.

I dirigenti del calcio e i presidenti di Serie A hanno approvato un protocollo che è in contraddizione con le leggi dello Stato durante la pandemia. Parliamo di dilettanti allo sbaraglio, o di fuorilegge se volete. In questo caso è la stessa cosa.

Questa vicenda, però, ci dice che c’è ancora chi in Italia ragiona in maniera responsabile. E, soprattutto, rispetta le leggi dello Stato.

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