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Allo chalet di Mergellina c’è un tavolino con la scritta Juventus

Pareggiare non è importante, è l’unica cosa che conta. Piccinini la definisce una squadra senza qualità e cala il gelo nella stanza Skytech

Allo chalet di Mergellina c’è un tavolino con la scritta Juventus

A Mergellina, dove causa Covid-19 li pisce nce fanno più a ll’ammore, improvvisa agitazione allo chalet di Peppino cameriere per l’arrivo di una suppellettile montata seduta stante dall’inserviente Mastrandrea dell’Ikea. È un tavolino di palissandro che reca la scritta “Juventus”.

Di chi è stata l’idea, chiede Gennaro Piromallo salumiere. Ho ritenuto opportuno arredare il nostro chalet con l’ultimo tavolino alla moda, chiarisce Saverio Malaspina ragioniere, il più serio dei nove puntuali frequentatori di fede azzurra dello chalet di Peppino cameriere. Dobbiamo essere alla moda, conviene Giacomo Frollo pasticciere alla Pignasecca.

Il tavolino Juventus è la nuova attrazione dello chalet di Peppino cameriere. Don Ciccio portiere di palazzo chiede se s’intende fare un omaggio all’illustre nemica. Ma quale omaggio, interviene il pittore di alici Salvatore. Non è un omaggio, precisa Pasquale Pazienza giornalista on-line, è solo una testimonianza dei nostri tempi. Io non capisco e vvote che succede, esordisce Totonno Speranza direttore di centro commerciale. Avete sempre voglia di pazzià, interviene correndo il cameriere Peppino.

Carmelo Mirabello regista di teatro popolare che ha sempre un’idea teatrale, usando un pezzo di stoffa bianconera, un ago da ricamo e un filo di cotone moulinè, esegue sul momento un elegante punto a giorno, ma eseguendolo con aria contrita esso diventa un punto di penalizzazione. Siete un maestro, esclama Enrico Pignatiello baritono mancato al San Carlo. Stiamo celebrando l’avvenimento dell’anno, proclama il pittore di alici Salvatore.

Siete buoni solo a criticare, irrompe Corraducciobello giornalaio sopraggiungendo dalla sua edicola in piazza Sannazzaro, ma avete visto che grazia, che sciccheria, che babà la nuova maglia dell’Innominata sciacqua Rosa e bive Agnese. Rosicando il rosa le dona, commenta don Ciccio portiere di palazzo. Due pareggi consecutivi con Crotone e Verona, sottolinea dolorosamente il salumiere Gennaro Piromallo. E stanno due punti sotto a noi, focalizza Giacomo Frollo pasticciere alla Pignasecca. Senza il tavolino, interviene il giornalista on-line Pasquale Pazienza, starebbero cinque punti sotto. La Signora rosa, rosae, della rosa, alla rosa sta cumbinata male assaje, osserva don Ciccio portiere di palazzo.

A me dispiace per Pirluccio, osserva Salvatore pittore d’alici, lui che è così per bene, così aggraziato a quarant’anni con quel caschetto che non lo porta più neanche Nino D’Angelo, così patito e ammaccato. Così foscoliano, aggiunge Gennaro Piromallo salumiere, quando appare in tv commentando le partite della Juventus pare legga le ultime lettere di Jacopo Ortis. Come siete istruito, esclama sorpreso Peppino cameriere.

È cambiato il mondo, sottolinea il ragioniere Saverio Malaspina. Sono finiti i tempi che Boniperti filava, puntualizza teatralmente il regista di teatro popolare Carmelo Mirabello. Proprio così, si aggrega il direttore di centro commerciale Totonno Speranza, ora pareggiare non è importante, è l’unica cosa che conta. E Cristiano come sta, chiede sommessamente don Ciccio portiere di palazzo. Tranquilli, Cristiano è un uomo positivo, informa Pasquale Pazienza giornalista on-line.

In questo modo, allo chalet di Peppino cameriere a Mergellina, viene apprezzata la Juventus che ha battuto la Sampdoria e l’Asl 1 di Napoli. Nel salotto Skytech, tutto sfolgorante è lo studio, la Juve in rosa viene trattata con i guanti gialli, e vediamo un po’, e forse che, e il progetto di Pirlo, e i due pali contro il Verona, una partita con poco Kulusevski, quando interviene il giornalista romano Sandro Piccinini, figlio del calciatore Alberto, che con graziosa crudeltà definisce la Juventus di questi tempi non più smargiassa una squadra di Roberto Musil più che di Pirlo, una squadra senza qualità. Lo studio televisivo si trasforma in una stanza di ghiaccio. Il gelo in una stanza, canta Gino Paoli. Mai, con giacca e senza giacca, la Juve era stata così precisamente inchiodata sulla piattaforma a patimento.

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