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Prandelli: «Solo il 2% delle azioni che partono dal basso, si concludono con un tiro in porta»

L’ex Ct a Radio Crc: «Ma fossi in Gattuso, insisterei su questa idea. Meret è un grande portiere. In disaccordo con Adl, il settore giovanile è importante»

A “Il Sogno Nel Cuore”, la trasmissione sportiva condotta da Luca Cerchione, Diego Maradona Junior e Floriana Messina su Radio Crc Targato Italia dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 14, è intervenuto Cesare Prandelli. L’ex ct della Nazionale ha elogiato il lavoro di Gattuso. “Gattuso costruisce sempre dal basso – ha detto Prandelli a Radio Crc – È un’idea che mi piace molto, io lo facevo pure nelle giovanili. Adesso ci sono le contrapposizioni. Le statistiche dicono che soltanto il 2% delle azioni che partono dal basso terminano con la conclusione verso la porta degli avversari. Se fossi in Gattuso, insisterei su questa idea. La base c’è, finora è stato fatto un grande lavoro. Vale la pena continuare così. Nel caso gli avversari trovassero le contromisure, bloccando le fonti di gioco, allora a quel punto bisognerebbe studiare qualcosa di diverso. Ma per il momento va bene così».

«Io penso che Meret sia un ottimo portiere, se Gattuso gli chiede sistematicamente di far partire l’azione, allora dovrà lavorare su “controllo e giocata”, come si faceva una volta, sino a quando non avrà colmato le sue lacune. Ammesso che le abbia. Per me Meret è un grande portiere».

Secondo Prandelli bisogna dare grande importanza al settore giovanile.
«Ho avuto la fortuna di giocare con l’Atalanta e guidare il suo settore giovanile – ha continuato l’ex ct azzurro a Radio Crc -. Puntavamo tutto sulla tecnica. Quando facevamo i provini, guardavamo esclusivamente il gesto tecnico e gli equilibri che i calciatori mantenevano mentre dribblavano. Quando ci capitava un calciatore fisicamente esplosivo, ma tecnicamente non eccelso, lo spostavano sugli esterni. Il calcio è lo sport più democratico del mondo: puoi essere alto o basso, l’importante è come utilizzi l’attrezzo. Ci sono calciatori piccoli, come Verratti, che con il pallone tra i piedi sono dei fuoriclasse. Anche Insigne, fa parte della categoria dei piccoletti terribili. Chi si occupa dei settori giovanili, è impegnato in una missione. Tutto il lavoro è incentrato sulla crescita dei ragazzi e non sulla propria. Non sono d’accordo con De Laurentiis quando dice che non vale la pena investire nei settori giovanili, un club deve farlo anche per un risvolto sociale del territorio in cui si opera”.

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