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Perché Gattuso vuole Veretout al Napoli (e perché Fonseca lo ha sempre fatto giocare)

È il classico tuttocampista. Sa impostare ma sa anche rompere. È l’uomo scelto per passare a un nuovo sistema di gioco che taglierebbe fuori Demme e Lobotka

Perché Gattuso vuole Veretout al Napoli (e perché Fonseca lo ha sempre fatto giocare)
Ph Carlo Hermann/KontroLab

Sembra evidente, almeno dal punto di vista di Cristiano Giuntoli e Gennaro Gattuso, che gli arrivi di Demme e Lobotka non abbiano dato al Napoli la stabilità ricercata a centrocampo. E soprattutto adesso che si sta lavorando per impiegare contemporaneamente quattro giocatori offensivi dopo l’arrivo di Osimhen, nessuno dei due sembra poter reggere solo con un altro compagno in mediana. Appena otto mesi dopo i loro acquisti, il club ha l’esigenza di tornare sul mercato. Per questo il Napoli vuole Jordan Veretout e da tempo tratta con la Roma per arrivare al francese. È lui il calciatore che piace a tecnico e direttore sportivo.

Paulo Fonseca, che ha sempre proposto un gioco posizionale, non ne fa mai a meno. Lo ha impiegato in ogni partita tranne le prime due che il giocatore ha saltato per un ritardo di condizione. E lo ha messo al centro della sua idea di calcio. Veretout è anche uno dei giocatori più coinvolti: dopo i due centrali Smalling e Mancini, è lui ad aver completato più passaggi (47.7 a partita) con circa il 90% di precisione, che per un calciatore che spesso non rinuncia al lancio lungo è un’ottima statistica.

Fonseca gli ha chiesto un lavoro ben delineato in prima impostazione: vuole che la palla passi dai suoi piedi fin da subito. Per cui il francese si abbassa a ricevere ai lati dei due difensori, una specie di salida lavolpiana decentrata. Sistema che non è cambiato nemmeno quando la Roma è passata alla difesa a tre, dal momento che Kolarov spesso era il terzo di sinistra che lasciava lo spazio a Veretout in quella situazione di gioco alzando la propria posizione.

Accanto a sé, il francese ha potuto contare sull’apporto di Diawara in fase di interdizione, fornendo comunque buoni risultati quando si è trattato di bloccare l’azione avversaria. Il 4-2-3-1 espone inevitabilmente alle offensive avversarie, ma Veretout è riuscito a chiudere l’anno senza espulsioni e con soli sei cartellini gialli. Altrettanti sono stati i gol di cui cinque su calcio di rigore. Il classico tuttocampista che gli allenatori adorano.

Il valore del giocatore non è in discussione. Alla Roma il centrocampista sta confermando quanto di buono aveva fatto vedere con la maglia della Fiorentina, mostrando una crescita importante dal punto di vista tattico. Il Napoli, anche sfruttando gli ottimi rapporti col suo agente Mario Giuffredi, sta provando a prenderlo ma chiaramente senza che si concretizzino diverse cessioni sarà difficile avere la prontezza di investire subito. E Fonseca non vorrebbe rinunciarvi.

Il francese, nel caso, raccoglierebbe l’eredità di Allan, ormai all’Everton, nel ruolo di equilibratore della squadra. L’allenatore portoghese gli demandava i compiti di impostazione mettendogli accanto all’occorrenza o un giocatore simile (come Cristante) o Diawara. A Napoli invece le cose sarebbero diverse: difficile immaginarlo con Demme e Lobotka, o comunque senza Fabian Ruiz e Zielinski insieme.

È importante che la squadra sappia calarsi in diversi assetti di gioco, così però come lo è la compattezza in campo, che è stato il punto di partenza del Gattuso napoletano. L’impressione è che sull’eventuale arrivo di Veretout qualche perplessità ci sia, dettata dalla necessità di comprendere appieno le possibilità tattiche di un Napoli che sta cominciando a sperimentare per davvero.

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