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Per capire il potere della Juventus, basta leggere le reazioni del Palazzo al caso Suarez

Il mondo juventino ha avviato la controinformazione sui media, fanno persino gli offesi. La verità è che adesso puntano alle elezioni federali: la partita si gioca là

Per capire il potere della Juventus, basta leggere le reazioni del Palazzo al caso Suarez

Verrebbe da dire “fermi tutti”. Riavvolgiamo il nastro a una decina di giorni fa. E una volta tanto neutralizziamo quella ragnatela che la Juventus ha lanciato per bloccare il regolare svolgimento della vita.

Scherzando ho chiesto a un amico di mia figlia juventino cosa ne pensasse. Ridendo ha detto: «Noi siamo nati così».

Ricordate Calciopoli, i due scudetti annullati? Come se nulla fosse accaduto, il modus vivendi della Juventus non fa sconti a nessuno. A Napoli si direbbe “che cazzimma che si ritrovano”. Nei salotti ben educati, nei circoli sportivi sentiremmo dire da persone oneste che ci risiamo, che “protervia ed arroganza” sono ricomparsi a distanza di appena quattro anni.

Allora, 2016, come oggi, è partita la controffensiva della potente famiglia torinese che utilizza i suoi giornali e la sua forza in Figc per provare a farsi dipingere da vittima anziché carnefice.

Era il 2016, ricordate? Oggi la Guardia di Finanza, ieri i carabinieri. Nessuna gola profonda, pentito, persecuzione di un pm o investigatore con pregiudizi a strisce nere e bianche. Solo maledette intercettazioni, ieri e oggi, mettono all’angolo la Juventus. Mostrano il lato oscuro del potere di un casato, gli Agnelli.

Torino 2016, operazione Alto Piemonte. Il coperchio che involontariamente viene alzato mostra i rapporti tra i vertici della Juventus e frange ultrà bianconeri, che con i proventi del bagarinaggio finanziario finanziano clan della ndrangheta della piana di Gioia Tauro.

Con un equilibrismo giuridico, la Procura di Torino definì il club sabaudo “né parte offesa né concorrente nel reato” di estorsione contestato ad alcuni capi ultras.

Oggi, di fronte all’esame farsa di Suarez, c’è chi vorrebbe derubricare a mera cortesia quella che sembra essere una corruzione in cui è chiaro chi sono i funzionari pubblici infedeli, i vertici dell’ Università  degli studi per stranieri ma restanto ancora avvolti nell’oscurità i corruttori, il corruttore.

Come se fosse poi così difficile individuare chi avrebbe avuto interesse a far prendere in pochi giorni la cittadinanza italiana al Pistolero.

Nel pieno delle indagini della Finanza, con una discovery della Procura che nel decreto di perquisizione di alcuni indagati riporta stralci di intercettazioni telefoniche che svelano il “pasticcio” Suarez, Torino presa di contropiede prova a mettere in atto un piano di controinformazione che oggi porta un quotidiano a ricordare gli scontri tra la Juventus e l’allora segretario della Commissione Antimafia Marco Di Lello, oggi Procuratore aggiunto in Figc, omettendo di ricordare che per quella vicenda la Juventus, ed i suoi dirigenti coinvolti nella vicenda delle curve e del bagarinaggio gestito dalla ndrangheta, sono stati condannati dalla Giustizia Sportiva con sentenza definitiva.

La ribalta mediatica di questi giorni tra Perugia e Torino, ha oscurato la scelta dei “palazzi” romani che contano. Sconcertanti le prese di posizione del Presidente Figc Gravina e del Presidente della Corte Figc Piero Sandulli, che, ad indagini in corso, dopo aver definito la Juventus “un esempio per tutto il sistema”, sul (finto) taglio degli ingaggi hanno già derubricato la vicenda ad un episodio minimo “su cui si sta esagerando” (Gravina). Quello che più è grave è che di fronte a quanto emerso dalle indagini perugine, i vertici della giustizia sportiva hanno già emesso la loro sentenza: “per la Juventus mi aspetto una piena estraneità” (Sandulli).

Ora che i vertici federali abbiano immediatamente deciso di assolvere il “club più titolato d’Italia” non può non lasciare perplessi e mettere ulteriormente in discussione la credibilità del Sistema Calcio in Italia. Non è che per caso c’entrano le elezioni per il vertice della Figc che vedono l’attuale presidente insidiato dal potente capo della Lega Dilettanti Cosimo Sibilia? Non si starà mica utilizzando la Giustizia Sportiva a fini politici? Il calcio italiano è malato non da oggi e di tutto ha bisogno tranne che di processi farsa.

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