Al CorSera: «In terapia intensiva anche giovani. Nessuno è invulnerabile. Possiamo anche bere lo spritz, ma se ci ammucchiamo non ci sarà scampo. La priorità adesso è la scuola, rischiamo di vanificare tutto»
Il Corriere della Sera intervista Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico. Non esclude nuove chiusure se i contagi dovessero continuare ad aumentare.
«Tornare indietro sarebbe una catastrofe, ma è bene sapere che se i contagi continueranno a salire i lockdown locali saranno inevitabili. Noi monitoriamo la situazione e guardiamo i dati. Ci piacerebbe molto far tornare la situazione alla normalità. Ma adesso c’è grande preoccupazione».
Ieri i contagiati erano 481.
«Abbiamo una graduale ascesa dei numeri, ma soprattutto abbiamo anche persone giovani che stanno entrando nelle terapie intensive. Nessuno è invulnerabile. Ricordiamoci che questa è una malattia maledetta. Quando colpisce può fare male».
La maggior parte dei nuovi casi si riferisce a persone che tornano da vacanze all’estero. Il governo italiano ha imposto test e tamponi per chi rientra da Spagna, Croazia, Malta e Grecia. Ma occorrerebbero «regole uguali per tutti» in Europa.
Miozzo spiega qual è il profilo dei nuovi contagiati.
«Tra i nuovi contagiati c’è una quota alta di persone che scoprono di aver ballato troppo e di aver fatto vacanze nel pieno disprezzo delle regole minime che con ossessione continuiamo a raccomandare perché sono le uniche vere terapie protettive. Bisogna intervenire su questo. Dobbiamo limitare gli assembramenti. Possiamo anche bere lo spritz, ma se ci ammucchiamo non ci sarà scampo».
Sulle discoteche, che molte Regioni hanno riaperto:
«Lo hanno fatto su disposizione delle autorità locali. Nell’ambito del Cts abbiamo sempre avvisato che le discoteche riaperte sarebbero state un pericolo. Quando ci hanno chiesto di concedere spazi di divertimento musicale, abbiamo posto come condizione che ci fossero controlli severi. Però dubito sinceramente che si vada a ballare stando a distanza di due metri».
Miozzo rivendica il fatto che il Cts dà linee guida ogni giorno, avverte continuamente del pericolo. E sottolinea che l’Italia è davanti a una sfida fondamentale, quella della riapertura delle scuole, e che non ci si può arrivare così.
«Adesso è questa la nostra priorità, il settore dove si misura la vittoria della nostra battaglia. Noi dobbiamo garantire il ritorno in sicurezza dei ragazzi a lezione, degli insegnanti, del personale. Rischiamo di vanificare ogni sforzo, questo mi preoccupa e mi fa arrabbiare. Ci rendiamo conto che cosa vuol dire se si dovesse tornare all’insegnamento a distanza? Sarebbe un incubo. E poi ci sarà la ripresa del lavoro, il trasporto pubblico a pieno regime».
E conclude:
«Io dico che non sta passando la percezione del pericolo. Mi preoccupa il senso di onnipotenza dei giovani. Se continua così nuovi divieti saranno inevitabili. L’andamento della curva epidemica ci dice che l’Italia è in movimento e il virus sta viaggiando. Se ci faremo sfuggire nuovi focolai avremo guai seri. Non ce lo possiamo permettere».