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L’allarme di Crisanti: «Nel giro di 10-20 giorni arriveremo ad almeno mille casi positivi giornalieri»

A Il Mattino sottolinea i numerosi errori commessi, tra cui quello di riaprire le discoteche che sono una chiara fonte di trasmissione del virus

L’allarme di Crisanti: «Nel giro di 10-20 giorni arriveremo ad almeno mille casi positivi giornalieri»

Il professor Andrea Crisanti, docente di Microbiologia dell’Università di Padova, intervistato dal Mattino, lancia un appello

«Non sono ottimista, mi pare evidente che nel giro di 10-20 giorni arriveremo ad almeno mille casi positivi giornalieri»

Secondo Cristanti la cattiva informazioni di molti ha lasciato passare il concetto che fosse tutto finito e i casi non sarebbero risaliti. Invece i contagi aumentano, sono arrivati a superare di nuovo le 500 unità in 24 ore e, dato, più allarmante, aumentano anche i ricoveri in terapia intensiva. È neanche il dato dei soli 3 morti lo solleva, basta guardare all’esempio degli Stati Uniti

«Prima c’è un incremento di infezioni, poi, dopo 20-30 giorni, quello dei decessi. Certo, rispetto a marzo e aprile, il sistema sanitario sa rispondere meglio, curare con più efficacia i pazienti, ma già oggi registriamo casi gravi, già oggi vediamo aumentare il numero dei pazienti in terapia intensiva. Per questo sarebbe stato importantissimo tentare di raggiungere il traguardo dei contagi “zero”, era a portata di mano, abbiamo fallito».

Ovviamente la colpa non è solo dei giovani, ma anche e forse soprattutto di tanti 40-50enni che rifiutano la mascherina e ripetono che il virus non esiste. Di sicuro aprire le discoteche è stato un errore incredibile secondo Crisanti

«Prima di tutto è molto difficile mantenere il distanziamento sociale. Inoltre, l’attività in una discoteca aumenta la respirazione profonda, le persone vanno in anaerobiosi, si muovono, hanno bisogno di respirare molto di più. Questo facilita le infezioni. Penso all’esempio di un giocatore di rugby durante una partita ha contagiato molti altri giocatori. E mi perdoni: discoteca al chiuso o all’aperto, cambia poco».

È incredibile che in Italia, dopo quello che si è vissuto, non si siano preparati dei protocolli adeguati per far fronte alle situazioni che si sono vissute con la fase due. Tanti gli errori sottolineati da Crisanti, dall’apertura che avrebbe dovuto essere graduale e Regione per Regione, alla troppa libertà di movimento concessa alle persone sia in Italia che fuori.

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