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Guerra: «I giovani pensano che il virus li infetta, ma non li fa ammalare. E’ vero solo parzialmente»

Al Mattino: «Stiamo vedendo un abbassamento dell’età media dei malati, anche gravi. La malattia è poco conosciuta e non è purtroppo, una banale influenza. Riaprire le scuole sarà una sfida»

Guerra: «I giovani pensano che il virus li infetta, ma non li fa ammalare. E’ vero solo parzialmente»

Il Mattino intervista Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms e componente del Comitato Tecnico Scientifico che coadiuva il governo nell’emergenza da Covid-19. E’ naturale che ci siano nuovi microfocolai, spiega.

«Durante il lockdown il virus era negli ospedali, Rsa e lungodegenze. Ora è endemico ma non scomparso. Non si riuscirà a eradicarlo senza un vaccino adeguato. In zone suscettibili soprattutto al Centro-sud, dove il virus non è circolato molto, è ovvio che l’introduzione di anche pochi individui contagiosi possa generare microfocolai».

L’estate non cambia la forza del virus e non ci sono state mutazioni.

«Il virus non è stagionale e permane altamente contagioso. Ad oggi non ha subito mutazioni di rilievo. Semmai stiamo assistendo a fenomeni di reintroduzione del virus legati come sempre alla mobilità umana, anche transfrontaliera»

Sulla Campania e le misure di protezione anti-Covid instaurate dal governo regionale.

«La Campania rappresenta un modello in questo con un atteggiamento di protezione della comunità lodevole e di evidente successo. Il comportamento corretto degli individui va accompagnato e facilitato dall’amministrazione che mi sembra si sia spesa finora con grande generosità e con investimenti che non hanno precedenti nella storia».

Guerra indica i Paesi che adesso preoccupano di più.

«Spagna, Francia, Paesi balcanici e il resto del Mediterraneo rappresentano fonti potenziali di ripartenza della trasmissione virale anche da noi. L’obiettivo è la tutela delle persone deboli, vulnerabili, che potrebbero ammalarsi molto gravemente. Il concetto di rischio è difficile da spiegare e comunicare ma il senso di sicurezza che vediamo in questi giorni soprattutto tra i giovani e i vacanzieri non è purtroppo ancora sostenibile»

Gli italiani si stanno comportando bene “nella maggioranza dei casi”, ma occorre restare attenti.

«C’è un rilassamento inevitabile, data la stagione, la durezza del lockdown e la necessità di ripartire. Oggi conosciamo meglio la clinica e la patologia che fa meno paura ma i giovani hanno metabolizzato il messaggio che il virus li infetta, ma non li fa ammalare. Questo è vero solo parzialmente, stiamo vedendo un abbassamento dell’età media dei malati, anche gravi, soprattutto in altri Paesi. La malattia è poco conosciuta nei suoi risvolti anche per le sequele di medio e lungo tempo. Non è purtroppo, una banale influenza».

E sulla riapertura delle scuole:

«Ci saranno più di dieci milioni di persone che torneranno mobili, occuperanno i mezzi di trasporto pubblici in orari di punta e si siederanno per ore assieme in zone chiuse e circoscritte. Un forte elemento di rischio che abbiamo valutato e cercato di prevenire con regole che richiedono la partecipazione di tutti. Scuola e sanità hanno concertato linee guida e procedure per la gestione degli edifici ma anche per trasporto pubblico e famiglie. Una sfida civile. Sarà inevitabile assistere a focolai che dovranno continuare ad essere sorvegliati e circoscritti subito».

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