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A febbraio il Cts raccomandò il lockdown solo al Nord, ma Conte decise il lockdown

Desecretati ieri i verbali delle riunioni a ridosso del lockdown, Gli scienziati avevano consigliato una stretta più decisa per Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. La linea del governo fu quella di bloccare il Paese intero 

A febbraio il Cts raccomandò il lockdown solo al Nord, ma Conte decise il lockdown

Ieri la Fondazione Einaudi ha diffuso i verbali delle riunioni del Comitato Tecnico Scientifico a ridosso del lockdown, finalmente desecretati. Ne viene fuori che gli scienziati avevano proposto un lockdown solo in alcune regioni, le più colpite dal virus. E invece il governo decise di chiudere tutta l’Italia, con un danno economico enorme per le regioni del Centro-Sud.

Il Messaggero riporta il contenuto dei verbali. Nel numero 12 del 28 febbraio, il Cts propone una serie di misure più leggere per tutto il Paese, altre più significative per Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Piemonte e misure severissime, da aggiungere a quelle già adottate, per regioni con «una situazione epidemiologica complessa». Ovvero Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.

Il 7 marzo arriva il verbale numero 21. Gli scienziati manifestano la loro preoccupazione per l’andamento dell’epidemia: dove sono state previste delle zone rosse (il Lodigiano) c’è un debole decremento, ma in altre aree il contagio sta volando, scrivono a Speranza. E, nero su bianco, dicono:

«Viene condiviso di definire due livelli di misure di contenimento da applicarsi: a) l’uno, nei territori in cui si è osservata ad oggi maggiore diffusione del virus; b) l’altro, sull’intero territorio nazionale».

Le misure più rigorose vanno applicate in tutta la Lombardia, nelle province di Parma, Piacenza e Modena in Emilia, Rimini in Romagna, Pesaro-Urbino nelle Marche, Venezia, Padova e Treviso in Veneto, Asti e Alessandria in Piemonte.

Scrive il Messaggero:

“Per tutti questi territori chiede stop a eventi sportivi, all’attività sciistica (e le settimane bianche, bloccate troppo tardi, originarono centinaia di contagi); stop a scuole, musei e concorsi pubblici; limitazioni a ristorazione e commercio; limitazione degli spostamenti”.

Per le altre regioni gli scienziati indicano misure di contenimento, ma molto meno invasive del lockdown decretato dal governo l’11 marzo.

 

 

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