ilNapolista

Zaia: “Voglio ricovero coatto e carcere per chi diffonde i contagi”. Crisanti: “Ora riscopre il virus?”

In pochi giorni, in Veneto, l’indice Rt è passato da 0,43 a 1,63 e il governatore mette sotto accusa un imprenditore tornato malato dalla Bosnia e che nonostante il tampone positivo “ha avuto un sacco di contatti e rifiutato ricovero”

Zaia: “Voglio ricovero coatto e carcere per chi diffonde i contagi”. Crisanti: “Ora riscopre il virus?”

Sul Fatto la furia del governatore del Veneto, Luca Zaia, dopo che il report settimanale ha fatto scattare di nuovo l’allarme rosso sul fronte contagi da Covid. L’indice Rt di contagio si è moltiplicato di quattro volte in pochi giorni: da 0,43 a 1,63, sopra la soglia consentita. Così, Zaia è tornato a convocare i giornalisti.

In conferenza stampa se l’è presa con un imprenditore vicentino rientrato dalla Bosnia con il virus, che ha infettato tutta una serie di persone. L’untore, insomma.

“Un signore torna il 25 giugno da un viaggio di lavoro, compaiono subito i sintomi. Il giorno dopo ha avuto un sacco di contatti, una festa privata, riunioni di lavoro e un funerale. Solo il 28 giugno è andato in ospedale: gli hanno proposto il ricovero. Questo signore ha rifiutato. Rifiutato? Il ricovero dev’essere coatto… Hanno depenalizzato chi lascia l’isolamento. Voglio da Roma una norma per il ricovero coatto dei sintomatici positivi e tolleranza zero per i positivi in isolamento. Il rischio in Veneto da basso è tornato elevato”.

E ha continuato:

Con chi mi complimento? Con chi diffonde teorie vigliacche, i complottisti. Se continuiamo ad andare in giro senza mascherina negli assembramenti e a pensare che il virus sia un’invenzione, è inevitabile. Questo virus fa male. Non chiedetevi se torna in ottobre, perché ce lo abbiamo già qui”.

Zaia ha messo sotto accusa l’imprenditore.

“Quel signore, dopo aver rifiutato il ricovero viene ricoverato l’1 luglio dopo tanta insistenza. Ora è in rianimazione. Ci ha dato una lista di contatti dal 23 al 30 giugno, vuol dire che anche con il tampone positivo è andato a fare contatti stretti”.

Il Fatto riporta la ricostruzione della catena dei contagi fatta dagli investigatori.

“Il 30 giugno è risultato positivo asintomatico un collega che era in auto con lui. L’1 luglio si è presentato un terzo compagno di viaggio, positivo. Il 3 luglio l’Usl di Verona segnala la positività di un quarto componente del gruppo. Infine, una donna che ha avuto contatti con il “paziente zero” del focolaio”.

A Zaia risponde con sarcasmo il virologo Andrea Crisanti, suo ex consigliere.

“Dice che non basta la multa di mille euro? Bisognerebbe cominciare a farle. In questo momento si avvale di due esperti, il coordinatore dei laboratori di microbiologia del Veneto e il suo virologo di fiducia. Entrambi hanno firmato la lettera di Zangrillo che dice che il virus non ci sta più. E ora improvvisamente Zaia lo riscopre?”.

 

ilnapolista © riproduzione riservata