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Usa-Urss, Monaco 1972: c’era Sepp Blatter dietro i tre secondi della discordia

Il Giornale racconta il finale della finale olimpica di basket a Monaco di Baviera. Fu il futuro presidente della FIFA a riposizionare

La sconfitta degli Stati Uniti contro l’Unione Sovietica nella finale del torneo olimpico di basket del 1972 resta un evento storico: gli americani videro interrompersi la striscia di ori consecutivi cominciata nel 1936, pochi giorni dopo l’attentato che uccise 11 atleti isrealiani e un poliziotto, oltre che i terroristi stessi.

Il finale di quella gara fu controverso, perché il cronometro fu riposizionato e il tempo rimanente passò da un secondo a tre: quanto bastava per permettere all’URSS di segnare il canestro della vittoria. Protagonista di quella vicenda, come racconta Il Giornale, fu Sepp Blatter, che ventisei anni dopo diventerà il presidente della FIFA.

Quando il verdetto sembrava definitivo, ecco l’invasione di campo della politica, il caos per il riposizionamento del cronometro azionato da Sepp Blatter, l’uomo di Visp presidente della federcalcio mondiale dal 1998 al 2014.

Dopo i liberi di Collins l’assistente di Kondrashin, Sergej Bashkin, si precipitò al tavolo dicendo che il tempo mancante non era di 1 secondo come appariva sul tabellone ma di 3 perché i sovietici avevano chiesto il minuto di sospensione e Kondrashin stava dicendo ai suoi giocatori che in quel poco tempo si poteva vincere e ancora perdere l’olimpiade.

Il cronometro diceva meno di un secondo, ma anche lì, con Blatter in confusione e gli americani che già festeggiavano, ci fu una prima rimessa fatta ripetere portando il tempo a meno 3 secondi. Ivan Edesko lanciò la palla saltando tre avversari che facevano muro e mentre Yoice e Forbes si scontravano in volo Alexander Belov andò a canestro per il 51-50 della storia.

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