Al Messaggero: “forse non stiamo effettuando i tamponi alle persone giuste. Ma non voglio per forza essere pessimista, magari siamo più bravi, più efficaci nell’isolare i focolai”
Parole poco confortanti, quelle che arrivano dal professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, sul Messaggero
«Guardando i numeri dei Paesi vicino a noi, viene da pensare che avremo problemi con il coronavirus non a ottobre-novembre, come si era ipotizzato, ma già alla fine di agosto».
Non vuole apparire pessimista a tutti i costi, ma il raffronto con le nuove ondate di contagi in Europa a pochi chilometri da noi sono lampanti
«forse non stiamo effettuando i tamponi alle persone giuste. Ma non voglio per forza essere pessimista, magari siamo più bravi, più efficaci nell’isolare i focolai»
Servono misure più serie per chi entra in Italia, come accade ad esempio in Australia o Nuova Zelanda con i tamponi molecolari per tutti coloro che provengono da zone a rischio
«D’altra parte due sono le cose: o ti chiudi dentro una bolla, ma è impossibile, oppure fai un investimento senza precedenti sull’informatica e sui macchinari per fare tamponi, bisogna investire su qualsiasi tecnologia che permetta di identificare chi arriva con il virus. Costerà molti soldi,ma come ho già detto altre volte ricordiamoci sempre quando ci è costato il lockdown»