Cognetti su Repubblica: «Altrove ne avrebbe fatto un business, ma lì è terra di trumpiani e di duri col fucile. Non hanno mai amato la storia di Chris»
In Alaska la Guardia Nazionale ha preso una decisione storica: ha rimosso il magic bus reso celebre dal film Into the wild.
Il Premio Strega Paolo Cognetti scrive un bellissimo articolo per la Repubblica. Ricorda la storia di Christopher McCandless diventata prima un libro poi un film di Sean Penn. Ed è stato il film a far diventare quell’autobus una meta di pellegrinaggi. Ma l’Alaska è terra dura e non di business. Si erano rotti di dover salvare ragazzi sprovveduti in cerca d’avventura, magari in scarpe da tennis.
Almeno due di loro morirono annegati nel Teklanika. Gli ultimi, raccolti semi-assiderati l’inverno scorso, erano cinque ragazzi italiani.
Gli alaskani non hanno mai amato né la storia di Chris né quest’umanità di suoi discepoli, è un paese di duri con il fucile nel pick-up e gli adesivi inneggianti a Trump sulle finestre di casa, la bandiera a stelle e strisce, i nativi ubriachi fuori dai negozi di liquori, gli orsi imbalsamati anche dal benzinaio.
Probabilmente in California, in Colorado, ma anche sulle nostre Alpi, con un tesoro del genere per le mani qualcuno avrebbe pensato di attrezzare il sentiero, costruire un ponte tibetano sul fiume, mettere guide autorizzate per accompagnare i visitatori e far pagare un biglietto per dormire nell’autobus. Ne sono abbastanza sicuro. Per cui meglio così, direi. Ringraziamo gli alaskani che la pensano in un altro modo. È molto meglio vedere l’elicottero che si porta via il Magic Bus