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Simoni esonerato a Napoli: «Pago la mia lealtà». Il Corsera scrisse di guerra santa di Ferlaino a Moratti

Le cronache del 22 aprile 97. Il Corsera sbattè l’esonero in prima pagina. Ferlaino (con Bianchi) pensò di fare uno sgarbi alla futura squadra del tecnico

Simoni esonerato a Napoli: «Pago la mia lealtà». Il Corsera scrisse di guerra santa di Ferlaino a Moratti

Gigi Simone se n’è andato oggi, a 81 anni. La sua carriera, oltre che alla Cremonese e al Genoa, resta indissolubilmente legata all’Inter di Moratti, a Ronaldo (ne fu il primo allenatore), alla vittoria in Coppa Uefa e soprattutto a quel rigore negato da Ceccarini in Juventus-Inter.

Simoni è stato anche allenatore del Napoli. Fu l’allenatore dell’ultimo acuto azzurro prima di un lungo lunghissimo oblio. Era la stagione 1996-97, era il Napoli di Cruz, Boghossian, Ayala, Pecchia, Caccia, Aglietti. Quel Napoli, con Simoni in panchina, disputò uno scintillante girone d’andata. Disputò un grande campionato fino a Natale, e conquistò la finale di Coppa Italia contro il Vicenza: eliminò l’Inter in semifinale. E proprio all’Inter Simone sarebbe approdato la stagione successiva. Uno sgarbo che Ferlaino non digerì, e con lui il suo consigliere Ottavio Bianchi.

All’epoca le cronache raccontarono di uno spogliatoio malmostoso. Nel girone di ritorno, una sola vittoria in undici gare (la prima, contro il Parma). Ci fu il celebre pareggio di Perugia col gol di mano di Rapajc (arbitro Nicchi). Venne esonerato dopo la sconfitta casalinga con l’Atalanta (20 aprile, gol di Pippo Inzaghi). Ci fu una contestazione della tifoseria organizzata: “Vattene a Milano”. Queste sono le cronache del 22 aprile.

Scrisse la Gazzetta:

Il momento del Napoli è stato esaminato in ogni aspetto. Dal lungo digiuno di vittorie (la squadra non vince dal 26 gennaio), al calo atletico di alcuni giocatori, primo fra tutti Andrè Cruz; dal gioco deludente del Napoli alla preoccupazione per una zona retrocessione che si avvicina. Quando il colloquio è proseguito all’Excelsior, dov’è la suite di Bianchi, ai tre si è aggiunto Gigi Pavarese, il d.s. che poi ha partecipato anche alle ultime fasi della discussione, quando si è arrivati all’esonero. Ferlaino ha cercato in ogni modo di convincere Bianchi a tornare in panchina, ricevendone cortesi ma fermi rifiuti. E si è deciso ad affidare la squadra a Montefusco, allenatore della Primavera che ha appena vinto la coppa Italia.

Simoni Napoli

La versione di Simoni, riportata dalla stessa Gazzetta, come da altri (anche La Stampa dedicò due articoli alla vicenda), fu diversa.

«Ormai – osservava – siamo arrivati al punto che, se si rompe una lampadina a Soccavo, si dice che è colpa mia e che l’ho rotta con una carabina a pallini». (…) «Non me l’aspettavo. È vero, avevamo giocato male le ultime due partite. Ma non credo che una finale di coppa Italia, traguardo che da anni il Napoli non raggiungeva, sia cosa di poco conto. Il Napoli, a 6 giornate dalla fine, è a 7 punti dalla zona retrocessione. In una posizione tranquilla. Ricordo, poi, che la stessa società si era lamentata per alcune sviste arbitrali, che avevano determinato 3 o 4 punti in meno in classifica. Nego che sia stata una stagione fallimentare. Per questo mi dispiace. Ma accetto con serenità le decisioni della società. Con la coscienza tranquilla di chi pensa di aver fatto fino in fondo il proprio dovere». Simoni non esclude che i suoi contatti con l’Inter siano stati fra i motivi dell’esonero. «Perché questo licenziamento non è giustificabile dal punto di vista tecnico. Qualcos’altro ha dato fastidio alla società. L’Inter? Essere onesti forse non significherà molto, ma io non cambio la mia pelle. Forse ho pagato la lealtà».

Intervenne il vicepresidente nerazzurro Peppino Prisco: «Sono sbalordito, non capisco. Mi dispiace molto per Simoni e per il Napoli. Ma non facciamo confusione: l’esonero è stato causato da polemiche societarie e dai risultati recenti negativi, non certo da voci che hanno a che fare con l’Inter».

Sarà. Il Corriere della Sera – che mise la vicenda in prima pagina – scrisse di sgarbo di Ferlaino a Moratti.

Sabato, dopo aver letto alcune dichiarazioni di Moratti molto benevole nei confronti di Simoni, Ferlaino aveva minacciato di chiedere l’intervento dell’Ufficio Indagini.

Non solo, ma in tempi precedenti alla Jihad, il pezzo di Fabio Monti si concluse così: “Ferlaino ha scatenato una specie di guerra santa contro l’Inter”. Per il Corriere della Sera, ancora più di Ferlaino, fu Ottavio Bianchi a non aver digerito il comportamento di Simoni. Proprio lui – Bianchi – che con Moratti non si lasciò affatto bene.  In un altro articolo, il Corriere della Sera scrisse di “vendetta retrodatata di Ottavio Bianchi verso l’Inter di Moratti che, proprio dopo una sconfitta a Napoli, decise di esonerarlo: ora il presidente interista ha tra le mani un tecnico licenziato non un allenatore possibile vincitore della Coppa Italia”.

La storia ha poi chiarito che Ferlaino commise un errore madornale. Il Napoli perse la finale di Coppa Italia e l’anno successivo andò dritto in Serie B mentre Simoni visse l’avventura più esaltante della sua carriera: allenò Ronaldo, vinse una Coppa Uefa e sfiorò lo scudetto.

 

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