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Sharon Stone: «Vivo come un’eremita da 20 anni. Ora ogni giorno esco sul balcone e urlo»

Intervista a Repubblica: «Tutti non vedono l’ora di uscire. Io dico: usate il cervello! Se non usi il preservativo l’Aids c’è ancora, quindi fuck you!»

Sharon Stone: «Vivo come un’eremita da 20 anni. Ora ogni giorno esco sul balcone e urlo»

Su Repubblica una lunga intervista all’attrice Sharon Stone. Parla della quarantena come di una «bella esperienza di famiglia» vissuta in una Los Angeles finalmente libera dall’inquinamento. La quarantena non si discosta molto dalla sua vita normale, racconta.

«Vivo come un’eremita da 20 anni. Quello che è anormale sono gli orrori e le morti nel mondo e tutti che si comportano da matti».

Per affrontare questo momento si è concessa un antidoto.

«Mi sono data il permesso di uscire sul balcone e urlare ogni giorno come se mi stessero ammazzando. Esco e urlo al massimo delle possibilità dei miei polmoni. E la cosa incredibile è che i miei vicini l’hanno capito, non lo trovano strano, urlo urlo e poi entro in casa, un pugno o una testata al cuscino e poi torno a lavorare. A volte devi urlare, in mezzo a tanto dolore ho bisogno di sentire più umorismo, più compassione, più tenerezza, più comprensione. E urlare aiuta!».

Elogia Sorrentino e The New Pope.

«Penso che John Malkovich sia uno straordinario attore e identico al mio primo amore in Pennsylvania quindi non riesco a giudicarlo razionalmente. E penso che Sorrentino sia un genio, un maestro. La grande bellezza è uno dei film più belli che abbia mai visto. Per me andare in Italia, a Cinecittà, e vedere come lavorava Paolo e i set di Fellini, è stata un’esperienza meravigliosa».

Sul virus e sul dopo pandemia.

«Tutti non vedono l’ora di uscire. Io dico: usate il cervello! Se non usi il preservativo l’Aids c’è ancora, quindi fuck you! Così devi mettere la mascherina, lavarti le mani e secondo me devi anche indossare gli occhiali o sei a rischio!».

Lei, racconta, già a febbraio si era organizzata per evitare il contagio.

«Io avevo già cancellato i miei impegni oltreoceano alla fine di febbraio. Mi dicevano che mi avrebbero fatto causa, il mio avvocato ha detto che sono stata la prima persona a cancellare viaggi e impegni. Penso che sono sempre stata un po’ preveggente ma ascolto e mi informo. Sono 25 anni che lavoro nel campo delle malattie infettive. E so che questa cosa non è arrivata a inizio marzo, stava già succedendo».

 

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