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Merckx: «Evenepoel? Parla come se fosse già arrivato, ne deve mangiare pagnotte»

A La Stampa: «La differenza tra il ciclismo di ieri e di oggi? Noi eravamo professionisti con il cuore dei dilettanti, oggi sono professionisti e basta»

Merckx: «Evenepoel? Parla come se fosse già arrivato, ne deve mangiare pagnotte»

La Stampa intervista Eddy Merckx che fra un mese compirà 75 anni. Dice che il ciclismo deve provarci a ripartire.

Per le squadre, per i tifosi ma anche per gli sponsor, altrimenti il ciclismo rischia di collassare. Molte squadre se non si torna a correre rischiano la chiusura e anche gli sponsor minacciano di andarsene.

Aggiunge che

tutto sommato nel calcio è meno difficile osservare le misure anti-virus. Il ciclismo è diverso, tenere le distanze fra i corridori, gli addetti ai lavori, la gente intorno alle corse è molto più difficile.

Riconosce che

il Giro non è stato trattato bene, non c’è stato rispetto. Qualche grande classica andava programmata anche durante il Tour.

Stronca l’astro nascente Evenepoel

Ha già vinto una grande classica come San Sebastian, ma deve ancora imparare tanto. A sentire alcune sue interviste sembra che si senta già arrivato, a me invece sembra che debba ancora mangiare tante pagnotte. Mi piace molto invece il giovane olandese Van der Poel, secondo me in futuro potrebbe anche diventare un corridore da grandi giri.

La differenza tra ieri e oggi?

Allora eravamo dei professionisti ma con il cuore dei dilettanti, oggi sono professionisti e basta, in tutto. Però, posso dire? A me piaceva di più il ciclismo di una volta. Si correva da marzo a settembre e ci si misurava in tutte le corse, anche molto diverse fra loro. Adesso invece c’è troppa specializzazione, i corridori puntano solo a uno o pochissimi obiettivi a stagione, poi non li vedi più.

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