ilNapolista

L’esperta di marketing: «Non si possono sostituire i tifosi con i cartonati»

Barbara Ricci al Giornale: «Se gli togli la presenza allo stadio devi rendergliela in altro modo. Attenti a perdere il legame di fedeltà» 

L’esperta di marketing: «Non si possono sostituire i tifosi con i cartonati»
foto Hermann / Kontrolab

Gli stadi sono inibiti ai tifosi e ci si organizza come si può. Chi con cartonati in tribuna chi con audio virtuale in tv. Ma i tifosi non possono e non devono essere trascurati. Sono da ricollocare al centro della scena. Lo sostiene, in un’intervista a Il Giornale, Barbara Ricci, Presidente e Amministratore Delegato di SportWide Group. Esperta di marketing sportivo, ha lavorato anche con Juve e Inter.

«Il tifoso è il primo cliente, un patrimonio a tutti gli effetti. I post sui social rinsaldano il legame e lo tengono vivo, ma è un’attività fatta da uno verso tanti. Chi va allo stadio merita di più, un rapporto privilegiato per farlo sentire parte di quel mondo. Se gli togli la presenza allo stadio, che è la cosa principale, devi rendergliela in altro modo, pensare a un diversivo. Non poter essere sugli spalti per la propria squadra è un sacrificio».

L’assenza di pubblico è una perdita economica ma c’è anche il discorso della fidelizzazione, spiega.

«Se gestite bene, le revenue da stadio possono rappresentare fino al 30% degli incassi. I supporter generano ulteriori ritorni con gli sponsor e i fornitori, non pagano solo il biglietto. Al di là delle questioni economiche, c’è un discorso di fidelizzazione: il brand, inteso come società di calcio, deve mantenere il legame col proprio cliente. I tifosi devono restare al centro, anche se negli ultimi anni si tende a rimpiazzarli con pay tv e social».

La Ricci parla delle strategie per quando gli stadi riapriranno.

«Partiamo dal rimborsare quello che è stato pagato, ma non usufruito. Magari attraverso servizi, voucher, attività per quando torneremo alla normalità. E poi pensiamo anche al presente perché l’essere tifoso va riconosciuto sempre. Bisogna pensare a gesti dedicati, come la telefonata del calciatore nel giorno del compleanno oppure un invito, a piccoli gruppetti, per assistere agli allenamenti. In sicurezza, si potrebbe fare».

Non esiste una ricetta di marketing valida per tutti.

«Ognuno ha la sua realtà e deve calibrarla sugli obiettivi che si pone. Ma insisto, non bisogna perdere il legame di fedeltà con i tifosi. Meritano attenzioni più di tutti. I cartonati possono andare bene per questa fase, con i boati finti o altri rumori registrati inizia a diventare una messa in scena».

ilnapolista © riproduzione riservata