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Der Spiegel attacca la Ferrari: «Sta mettendo a rischio il futuro della Formula 1»

«Si oppone a una drastica riduzione del budget (superiore a quella approvata) che renderebbe la F1 equilibrata e appetibile per molte scuderie»

Der Spiegel attacca la Ferrari: «Sta mettendo a rischio il futuro della Formula 1»

Vincono sempre gli stessi

«Come la Ferrari sta mettendo in pericolo il futuro della Formula 1». È il titolo scelto da Der Spiegel per un articolo che ha Maranello nel mirino. La scuderia che fu di Enzo Ferrari è sotto accusa perché si sta opponendo a una riduzione dei costi che renderebbe più equilibrato il circus.

La riduzione approvata dalla Fia (Federazione internazionale di automobilismo) è considerata non sufficiente: 145 milioni di dollari (132 in milioni di euro) da investire nel 2021, invece degli attuali 175 milioni. Nel 2022 e nel 2023, il budget diminuirà di 5 milioni per anno.

Nel 2023, quindi, riepiloga Der Spiegel, ciascun team avrà a disposizione 123 milioni di euro.

Queste somme – scrive il settimanale – sono ancora troppo elevate per garantire un maggiore equilibrio del campo e quindi una competizione sportiva equa.

Nell’ultimo anno, i tre grandi team (Ferrari, Mercedes, Red Bull) hanno investito fino a 400 milioni di euro, forse anche di più. “Sembra quindi una significativa riduzione dei costi”, scrive il settimanale tedesco. Che però aggiunge:

tuttavia le case automobilistiche possono utilizzare una via d’uscita. Gli stipendi dei piloti e dei tre dipendenti più pagati, le spese per il marketing e la pubblicità e altre voci di piccolo costo continueranno ad essere escluse. Secondo Der Spiegel, il tutto può ammontare fino a 65 milioni di euro.

La Formula 1 ha un grosso problema: la noia

Der Spiegel ricorda l’andamento recente della Formula 1. Che ricorda quello dei campionati di calcio in molti campionati europei dominati da Bayern, Psg e Juventus. Il settimanale tedesco evidenzia che in Formula Uno le cose sono cambiate col nuovo millennio:

dal duemila Michael Schumacher e la Ferrari hanno dominato la Formula 1 per cinque anni. Poi, c’è stato il dominio di Vettel e la Red Bull con quattro mondiali consecutivi. Poi, da quando è stata introdotta la tecnologia ibrida, nel 2014, la Mercedes è imbattibile. L’ultimo vincitore di un Gran Premio che non era su Ferrari, Mercedes o Red Bull, è stato Kimi Raikkonen con la Lotus Renault nel marzo 2013.

La noia è il motivo che ha spinto i nuovi proprietari del Circus, Liberty Media, a studiare degli accorgimenti. E a voler introdurre il limite di budget.

Le pari opportunità dovrebbero aumentare e i team dovrebbero avere l’opportunità di generare profitti con la Formula Uno.

L’attacco alla Ferrari

Scrive Der Spiegel:

Maranello rivendica una posizione eccezionale e si considera un componente del DNA di Formula 1. Periodicamente, la Ferrari minaccia di uscire, mantiene ottimi rapporti con la Federazione e vuole tornare in cima con qualsiasi mezzo. Apparentemente c’era stato persino un imbroglio la scorsa stagione, l’accordo con la FIA alludeva a questo. La Ferrari non è interessata a rafforzare i piccoli team. Finora, la crisi dovuta al coronavirus non ha portato a un ripensamento. Forse solo una crisi della domanda di auto sportive potrebbe cambiare la posizione della Ferrari.

Il fallimento sportivo degli ultimi anni – prosegue Der Spiegel – non giustifica la spesa della Ferrari di oltre 400 milioni di euro. Il capo del team Alpha Tauri Tost calcola che la Ferrari ha duemila dipendenti coinvolti nel progetto Formula 1, mentre i team della middle class possono gestire fino a 750 dipendenti. Tuttavia, le Rosse non sono campioni dal 2008 (campionato costruttori, ndr). La Ferrari sta attualmente esaminando la possibilità di gareggiare in altre serie da corsa per non dover licenziare tanti dipendenti dopo l’introduzione del limite di budget. In generale, la Formula 1 è minacciata da un’ondata di licenziamenti. Molti dipendenti delle squadre dovrebbero avere periodi di preavviso di sei mesi.

Scrive il settimanale tedesco: “Nessuno attualmente sa come sarà la Formula 1 tra cinque anni. (…) La Formula 1 non può permettersi altre quattro stagioni con una società a due livelli.

“La Formula 1 ha bisogno di un progetto a lungo termine in modo che i dirigenti dei consigli di amministrazione di Mercedes o Renault dicano: “sì, vale la pena rimanere in F1”», ha detto l’ex pilota Martin Brundle al canale televisivo Sky. Anche Ross Brawn, direttore sportivo di Formula 1, la vede così. Vuole salvare Formula 1. Tuttavia, – conclude Der Spiegel – l’atteggiamento di alcune squadre deve cambiare.

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