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Verdoliva: «Da oggi i tamponi potranno essere richiesti solo da medici di famiglia e pediatri»

Il manager dell’Asl Napoli 1 al Mattino: «Da martedì risposta in 48 ore. Riorganizzata l’assistenza a domicilio. Le mascherine sono in distribuzione: non è uno scandalo utilizzare la chirurgica in reparti non a rischio»

Verdoliva: «Da oggi i tamponi potranno essere richiesti solo da medici di famiglia e pediatri»

Il Mattino intervista il manager dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva. Racconta che da tre giorni l’Asl sta distribuendo i dispositivi di protezione a medici di famiglia e pediatri e di aver messo a punto anche un nuovo percorso per i tamponi, in vigore da oggi.

«La richiesta di tampone non può essere più effettuata da chiunque, come avvenuto finora per gli 8432 test eseguiti, creando un marasma tra telefonate, mail, pec da parte di pazienti, familiari, terze persone, medici, con indirizzi anche sbagliati o incompleti. Potrà richiederlo solo il medico di famiglia o il pediatra per i propri assistiti, attraverso la piattaforma informatica, facendo da filtro e compilando un modulo per il nucleo speciale già attivo nell’Asl».

In attesa degli accertamenti, interviene l’unità di prevenzione collettiva con la sorveglianza attiva: due telefonate al giorno, chiedendo temperatura e sintomi.

«L’unità di prevenzione collettiva prende in carico il paziente, predisponendo una attiva sorveglianza, che al momento coinvolge 2500 napoletani. Ma i “positivi” sono di meno: 520».

Verdoliva rassicura anche sugli arretrati nell’analisi dei campioni: saranno azzerati domani.

«Contiamo di azzerare gli arretrati, circa 178 i tamponi da eseguire per diversi motivi, dalla prima diagnosi alla avvenuta guarigione, e andare a regime martedì garantendo i test a domicilio entro 24 ore e la risposta in 48. Abbiamo cambiato anche gli orari, con un turno unico dalle 9 alle 17 per eseguire i tamponi e velocizzare l’iter».

Da escludere i tamponi fatti per strada, come si fa nell’hinterland partenopeo.

«Ritengo sia in contraddizione con l’ordinanza: costringiamo le persone uscire, mentre chiediamo di restare a casa».

Gli operatori sanitari che hanno eseguito l’esame, dice, sono 2082 negli ospedali dell’Asl.

«Di cui 33 positivi ma poi 28 risultati negativi al tampone, per altri 5 l’esito è atteso».

Sulla scarsità di dispositivi di protezione negli ospedali:

«Li stiamo distribuendo nel rispetto delle linee guida dell’Istituto superiore di sanità. Ciò significa che la mascherina Ffp2 è indicata per determinate attività e non è uno scandalo usare la “chirurgica” in reparti non a rischio».

Verdoliva nega che in alcuni ospedali ci siano reparti Covid-19 non distinti dagli altri.

«Non sono reparti Covid-19 ma accolgono i casi sospetti: dopo l’esito del tampone, scatta il trasferimento. Ma, con i test rapidi, stiamo rafforzando le misure all’ingresso in ospedale in modo da individuare prima i “positivi”: non guidiamo più al buio».

Sull’ospedale da campo di Ponticelli:

«Si tratta di strutture modulari che possono essere utilizzate anche per 20 anni. Nella settimana dopo Pasqua, l’attivazione dei primi 48 posti. Adeguare i vecchi presidi avrebbe richiesto mesi».

 

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