ilNapolista

Malagò: «Non assegnare gli scudetti? Sarebbe un segnale. È un sentimento diffuso tra la gente» 

Intervista a La Stampa: «Il Modena Volley non può permettersi Zaytsev. Lo lascerà andare perché pensa al futuro non al campionato e alle coppe» 

Malagò: «Non assegnare gli scudetti? Sarebbe un segnale. È un sentimento diffuso tra la gente» 
Antonello Sammarco/Image Sport

Su La Stampa un’intervista al capo del Coni, Giovanni Malagò. Racconta il giorno in cui ha capito che sullo sport italiano stava calando il sipario.

«La sensazione covava sotto la cenere. Poi si è diffusa a macchia di leopardo tra dirigenti e atleti. Era il nove marzo, giorno dell’ultima partita della Serie A, quando in video conferenza abbiamo deciso di fermarci per resettare tutto».

Ma non tutti gli sport hanno chiuso e il calcio ancora cerca il modo per andare avanti.

«Io non ho sollecitato nessuno. I presidenti federali mi hanno detto che avrebbero interrotto, è nei loro diritti».

Sul calcio e sugli attacchi della Lega alla sua ingerenza nel tema.

«Sono il primo a riconoscere la specificità del calcio e il diritto/dovere di cercare ogni strada per chiudere la stagione. Ma non hanno mai pensato a un’alternativa. Catia Pedrini, presidentessa del Modena Volley, ha detto che non potrà più permettersi l’ingaggio di Zaytsev dopo questa crisi e che per salvaguardare la società, parliamo di uno dei capisaldi della pallavolo, è disposta a lasciarlo andare nella prossima stagione. Invece di pensare al campionato o alle coppe, cerca di mettere in sicurezza il futuro. Perché il vero problema non è l’oggi ma il domani».

La non assegnazione degli scudetti per lui sarebbe un segnale.

«Non mi permetto di parlare di etica. Ma è palese il bisogno di lasciare un segnale, è un sentimento molto diffuso tra la gente».

Malagò si esprime anche sulla proposta di Walter Ricciardi di giocare solo al Sud le rimanenti giornate di campionato.

«Che il Paese sia diviso in due è un dato acclarato. Tutti i progetti possono essere interessanti, poi però bisogna andare nei dettagli. I piatti si devono cucinare, non solo immaginare».

Che Italia uscirà da questa tragedia?

«Con tantissimi problemi. Per questo mi auguro che prevalga il bene comune e non i personalismi: nel Paese e quindi anche nello sport».

ilnapolista © riproduzione riservata