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L’avvocato Zaccheo: “Non c’è obbligo di pagare chi non va in campo o non si allena”

Il CorSport riporta il parere dell’esperto di diritto societario, espresso ieri in videoconferenza ai presidenti di Serie A. Ma i calciatori rispondono che si stanno allenando a casa su indicazione dei club

Il Corriere dello Sport scrive dell’incontro avvenuto ieri, in videoconferenza, tra presidenti e avvocati dei club di Serie A. Hanno ascoltato con interesse il parere dell’avvocato Massimo Zaccheo, esperto di diritto societario dell’Università La Sapienza. Una tesi che ha fornito loro un assist per il taglio degli stipendi (da 2 a 4 mensilità) chiesto dalla Lega lunedì scorso.

“Le società non sono tenute a pagare gli stipendi dei calciatori durante il periodo nel quale è stato loro imposto dal Governo di non giocare e non allenarsi”.

Dal punto di vista giuridico, ha spiegato Zaccheo, non sono state le società ad impedire agli atleti di svolgere le loro prestazioni, ma i decreti del Governo. Scrive il quotidiano sportivo:

“Si tratta del noto ‘factum principis’, ovvero di una causa di impossibilità oggettiva ad effettuare una prestazione derivante da un ordine dell’autorità. E siccome quest’ultimo esula dalla sfera di controllo del debitore e non gli è imputabile, non c’è obbligo di pagare”.

I club sono contenti, i calciatori un po’ meno e ribattono.

“I calciatori però fanno notare che adesso si stanno allenando a casa propria, con macchinari e programmi di lavoro inviati dai club. È vero che non stanno giocando, ma non sono neppure in vacanza su una spiaggia o in montagna. Se si stanno tenendo in forma è perché sono i datori di lavoro a chiederlo. Le sedute effettuate all’interno delle mura domestiche le equiparano a un moderno smart working applicato al calcio”.

Nonostante la premessa giuridica e la forte probabilità che un qualsiasi giudice darebbe ragione ai presidenti, a nessuno gioverebbe finire in tribunale. Sarebbe una mossa poco saggia, che minerebbe la serenità dell’ambiente e che anche la Fifa non gradirebbe.

“L’obiettivo resta sempre quello di arrivare a un accordo senza finire nelle aule giudiziarie. Un’eventualità che la Fifa ha chiaramente detto di non gradire. Inevitabile che pure l’Aic nei prossimi giorni si avvalga di pareri legali di spessore”.

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