Sul Fatto. Gli israeliani sono sottoposti a un monitoraggio un tempo riservato ai sospetti terroristi. L’app Magen traccia due milioni di cellulari
In Israele la paura del contagio da virus supera le preoccupazioni relative alla privacy. La popolazione è sottoposta ad un monitoraggio pari a quello un tempo riservato ai sospetti terroristi. E senza proteste di sorta. A parte quelle di un ristretto gruppo di esperti di privacy e qualche organizzazione non governativa per i diritti civili. Ne parla il Fatto Quotidiano.
A metà marzo, appena è iniziata la circolazione incontrollata del virus, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha autorizzato lo Shin Bet a controllare le reti cellulari per rintracciare quanti erano stati a contatto con positivi.
“Lo Shin Bet è stato autorizzato a raccogliere ulteriori informazioni, la posizione e i movimenti durante un periodo di quarantena di due settimane per tutte le persone che risultano positive al virus. L’agenzia della sicurezza interna è in grado di ottenere anche i nomi, i numeri di identità e i dati di tutti coloro che sono entrati in contatto con un contagiato. Inclusi l’orario e il luogo in cui si è svolto l’incontro. In questo caso si riceve un sms che ordina di entrare immediatamente in quarantena”.
Dopo una settimana dall’inizio del monitoraggio, il ministero ha lanciato l’app Magen (Protezione). Avvisa gli utenti quando entrano in contatto con un positivo. E’ sul cellulare di quasi 2 milioni di israeliani.
“Dal momento in cui viene scaricata, raccoglie e memorizza informazioni su dove l’utente è stato per un periodo di 14 giorni. Per la tutela della privacy, il ministero, tuttavia, non conosce l’identità dell’utente. La app consente di sapere se sei entrato in contatto con qualcuno infetto dal coronavirus. Ma a differenza del caso del sistema Shin Bet, spetta all’utente decidere come applicare le informazioni”.
Lo stato di emergenza decretato da Netanyahu autorizza anche la polizia ad ottenere dati sulla posizione dai cellulari degli israeliani in quarantena, per assicurarsi che rispettino le regole. Queste informazioni saranno poi fornite alle autorità dei luoghi in cui risiedono. Che dovrebbero usarle per controllare le restrizioni, individuare coloro che sono stati in contatto con un contagiato.
Infine, la scorsa settimana, è entrato in campo anche il Mossad.
“La scorsa settimana, il governo ha emesso una richiesta di informazioni per start-up e ricercatori accademici per sviluppare strumenti per il Mossad per analizzare e monitorare i movimenti delle persone. Per analizzare i dati per geografia e parametri socioeconomici e per monitorare le comunità. Come le persone rispettino il distanziamento sociale, direttive e comportamenti pertinenti”.