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In realtà l’Nba non riparte. Allenamenti individuali dal 1° maggio, solo in alcuni Stati

Solo laddove sono state allentate le misure di contenimento. Il proprietario dei Dallas Mavericks: «Nessuno vuole mettere a repentaglio giocatori, staff e tifosi» e apre all’ipotesi porte chiuse

In realtà l’Nba non riparte. Allenamenti individuali dal 1° maggio, solo in alcuni Stati

L’NBA riapre un po’. In realtà la più grande industria sportiva del mondo è un passo indietro persino al calcio italiano. Venerdì, negli Stati che hanno cominciato ad allentare le restrizioni, dovrebbero riaprire i centri sportivi e i giocatori potranno riprendere ad allenarsi, ma solo individualmente.

Uno di questi stati è la Georgia, dove il governatore Brian Kemp s’è imposto come capofila del fronte fase 2 persino a dispetto di Trump (che in un primo momento aveva tifato per il ritorno alla normalità e poi aveva criticato la troppa fretta). Oklahoma, Alaska e South Carolina hanno già votato la riapertura. Poi ci sono ben otto Stati a guida Repubblicana che in realtà non mai chiuso davvero (Arkansas, Iowa, Nebraska, North Dakota, Oklahoma, South Dakota, Utah e Wyoming); il Colorado, il Tennessee, il Montana e il Michigan hanno annunciato che piano piano allenteranno le misure. Però nessuno di questi ha ancora davvero specificato il via libera alla ripresa del basket, che in ogni caso fonti della Espn confermano che sarà solo individuale.

Ovviamente, questa riapertura a macchia di leopardo va contro lo spirito dell’uguaglianza dei mezzi di partenza dell’NBA che ora sta studiando un modo per garantire una preparazione alternativa anche ai giocatori che lavorano negli Stati in cui il lockdown è ancora attivo.

La mossa della lega però non significa che la stagione inizierà presto, dice ancora la ESPN.

Il proprietario dei Dallas Mavericks, Mark Cuban, ha detto alla CNN che l’NBA non ha ancora ricevuto indicazioni su una eventuale riapertura. «L’ultima cosa che vogliamo fare è non solo mettere a repentaglio i nostri giocatori e il nostro staff, ma anche i tifosi. E quindi non faremo nulla fino a quando non sarà assolutamente tutto messo in sicurezza». Cuban ha però aperto all’opzione di giocare a porte chiuse.  

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