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Il presidente del Lecce: “Lecce-Atalanta fu un atto di pura irresponsabilità. Ha provocato alcuni contagi”

Saverio Sticchi Damiani a RaiSport: “Sono per la cristallizzazione del torneo. I calciatori devono capire il dramma che vive il calcio e collaborare. Spero in un calcio senza eccessi, dopo l’emergenza”

Il presidente del Lecce: “Lecce-Atalanta fu un atto di pura irresponsabilità. Ha provocato alcuni contagi”

Il presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, ha parlato a RaiSport.

“Stavamo vivendo una bellissima favola e all’improvviso l’interruttore si è spento per un problema gigantesco, più grande di tutti noi, che ha spostato completamente la nostra attenzione dal calcio ad argomenti più importanti”.

Sulla possibilità di riprendere il campionato.

“Bisogna usare la ragione. Se il campionato finisse ora, il Lecce non credo sarebbe in Serie B. Gravina ha detto che la B potrebbe esprimere due sole promozioni se tutto si interrompesse. Quindi credo che saremmo salvi. Però pur consapevole di questo, la mia posizione è che se si può giocare si deve riprendere, nei tempo e con le cautele del caso, perché il sistema calcio ne ha bisogno per non andare completamente in crisi. Anche se so che giocando rischio più di retrocedere che se non fermassimo tutto ora”.

Il presidente si schiera per la cristallizzazione del torneo.

“Il campionato deve ancora esprimere i suoi verdetti più importanti. Se dovesse essere interrotto non potrebbe. Mi rendo conto che il compito di Gravina non sarà semplice. Bisognerà decidere se allargare l’organico o forzare la mano e decidere a tutti i costi. Sono per la cristallizzazione del torneo, che non può dare verdetti. A gennaio abbiamo fatto enormi sacrifici per fare un girone di ritorno importante, lo stavamo facendo e all’improvviso siamo stati costretti a fermarci. Una retrocessione significherebbe vanificare tutto, sarebbe una punizione abnorme rispetto a un avvenimento accidentale”.

Sui tagli agli stipendi.

“Preferisco aspettare per capire meglio gli scenari. Se si tratterà di interruzione definitiva o di sola sospensione fino a maggio-giugno. Perché i due scenari cambiano completamente la trattativa con i calciatori per gli stipendi. Spero che venga condotta da tutti secondo buon senso perché il danno subito dalle società è superabile con grande difficoltà solo se si trova un accordo molto ragionevole con i calciatori. Se loro non capiscono il dramma che vive il calcio e le loro società e non fanno passi in avanti determinerebbero una vera crisi nel calcio. Tutti dobbiamo collaborare”.

Su Lecce-Atalanta.

“Fu una Partita che ci ha lasciato molto perplessi. In quel momento, non rendersi conto che, disputata a porte aperte, con la presenza dei tifosi atalantini – che abbraccio perché appartengono a un territorio che soffre – era un atto di pura irresponsabilità. Quando il martedì siamo stati costretti a mettere online i biglietti per i tifosi ospiti abbiamo scritto a tutte le istituzioni ribadendo la necessità di riflettere. Abbiamo temporeggiato anche un paio di giorni prima di metterli online, sperando venisse un segnale scritto, una risposta. Per noi andava ripensata l’apertura ai tifosi atalantini, ma purtroppo non è arrivata una risposta. Poi è accaduto qualche caso a Lecce proprio per i contagi avvenuti proprio con quel focolaio. Una vicenda gestita molto male”.

Come sarà il calcio dopo l’epidemia?

“Spero sia un calcio senza eccessi economico-finanziari, senza più gli ingaggi faraonici. Il campionato italiano non si può più permettere ingaggi del genere. E anche un calcio senza eccessi nei comportamenti, come quelli inutili di divismo e ostentazione. Magari si tornerà a un po’ più di sobrietà, che non sarebbe male”.

 

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