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Il medico Casasco: «Se un giocatore risulterà positivo, di chi sarà la responsabilità?»

Il capo dei medici sportivi al CorSera: «Capisco che l’industria calcio è importante, ma il calcio non è il nuoto. Troppi rischi per riprendere il campionato a giugno»

Il medico Casasco: «Se un giocatore risulterà positivo, di chi sarà la responsabilità?»

Il Corriere della Sera intervista Maurizio Casasco, capo della Federazione Medici Sportivi e di Confapi. Oltre che consigliere indipendente della Lega Serie A. Ha appena messo a disposizione il laboratorio antidoping della Fmsi per effettuare test sierologici a ogni cittadino.

Fa chiarezza sui test richiesti dal Protocollo Figc.

«Facciamo chiarezza: una serie di test (ematici, elettrocardiogramma, da sforzo, spirometria) vengono già richiesti prima di ogni ritiro. Con una commissione di esperti abbiamo solo aggiunto alcune misure da adottare se si affronta una pandemia: tamponi, test sierologici e ancora tamponi ripetuti periodicamente. Come federazione ci limitiamo a suggerire le precauzioni necessarie. Poi, se gli elettrocardiografi non saranno a disposizione di tutte le squadre o se ci saranno insufficienti reagenti per migliaia di tamponi non è responsabilità nostra. Piuttosto vorrei chiarire un aspetto. Come Fmsi siamo indipendenti, abbiamo come riferimento il Coni e il ministero dello Sport e da società scientifica il ministero della Salute: abbiamo approntato linee guida valide per tutte le federazioni. Se la Figc vorrà introdurre misure ancora più restrittive ben vengano. Se vorrà andare per conto suo discostandosi dalle nostre linee guida si assumerà le proprie responsabilità».

Sui maxi-ritiri.

«Lascio parlare gli esperti. Quanto ai ritiri esistono delle criticità legate ai trasporti, alla sanificazione degli alberghi, al personale come camerieri, a operatori vari che potrebbero entrare in contatto con i giocatori. E gli arbitri? Da non dimenticare l’antidoping. E poi se emerge di nuovo un positivo su chi ricade la responsabilità giuridica? E a livello assicurativo?».

Sulla ripresa del calcio.

«Credo che serva allineamento fra emergenza sanitaria e finanziaria. Capisco che l’industria calcio è importante, ma per i rischi un conto sono gli sport olimpici in vasca (Pellegrini e Paltrinieri potrebbero allenarsi senza problemi), un conto è uno sport di squadra come il pallone».

Per Casasco non ci sono i tempi per completare il campionato in estate.

«Non ci sono i tempi, anche Gravina ha parlato della possibilità di farlo slittare a settembre. Con il ritorno in campo a giugno si andrebbe incontro a una serie di rischi: se un giocatore venisse contagiato, non si può spostare di nuovo la stagione. Ma sarà alla fine il governo a dettare i tempi corretti della ripresa».

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