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Il Corsera di Cairo: «L’Italia del calcio non ha l’etica né il coraggio di imitare il Belgio e dire basta»

Duro editoriale, attacco a Gravina: «È confuso, teme i ricorsi dei club. I maligni lo hanno soprannominato la tripla perché ogni giorno dà tre date diverse»

Il Corsera di Cairo: «L’Italia del calcio non ha l’etica né il coraggio di imitare il Belgio e dire basta»

Il Corriere della Sera, con Daniele Dellera, invita il calcio a ripensarci, a non avere fretta, a organizzare la prossima stagione e a mettersi in pace per questa. Con passaggi duri nei confronti del presidente della Figc Gravina. Il Corriere invita a fare come il Belgio:

Non si ha il coraggio, la prudenza, l’etica, il buon senso di fare come in Belgio dove chi governa il pallone ha scritto la parola «fine». Meglio pensare alla salute, nostra, quella del calcio, industria importante per il Paese, e alla prossima stagione. Quella sì va organizzata per bene, con testa e cuore. Significherebbe capire la lezione impartita dal mostro.

Ovviamente va ricordato che il Corriere è di proprietà di Cairo il presidente del Torino che non vuole giocare più. 

Innanzitutto un passaggio sulle porte chiuse.

Come se una partita fosse 11 contro 11, più la panchina. Coinvolge centinaia di persone, tutte qualificate, addetti ai lavori, i famosi broadcaster, tecnici, operai, impiegati, forse i giornalisti, gente che ha famiglia. Perché costringerli ad andare a lavorare a Brescia, Bergamo, Milano, Verona, tutte zone ora rosse? Non lo saranno più? Speriamo, ma non c’è un infettivologo, un medico, un virologo, un ricercatore che adesso garantisce un futuro così roseo.

Il Corriere scrive che la Federcalcio “si ostina a voler ripartire, dimenticandosi che ogni data finora ipotizzata è stata spazzata
via da medici e infettivologi, gente seria che combatte la morte, e poi dai provvedimenti del governo”.

Si sofferma sul balletto di date:

Si era parlato addirittura di 25 aprile e primo maggio, simboli della liberazione dal virus. Miopia pura. L’occhio corto del calcio ha guardato a maggio, prime ciliegie e primi gol. Ieri la botta di novità: si riprende a settembre, magari a ottobre.

Data definita più ragionevole.

Definisce confuso il presidente Gravina.

Non è da lui, lontano da ogni interesse particolare. I maligni lo hanno battezzato «la tripla»: a colazione 1, dà una data; a pranzo X, altra scadenza; a cena 2, altra trovata presa in prestito dal calendario.

E infine il timore di Gravina: “le cause infinite, avviate da quelle società più sensibili ai fatti loro”.

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