Il CorSport racconta una telefonata accesa tra i due. Il presidente della Figc: «Tu saresti riuscito a mettere tutti d’accordo?». E ai suoi: «Se avessi chiuso il campionato, ora vivrei tranquillo»
Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, non ha gradito le parole rilasciate dal numero uno del Coni, Giovanni Malagò al Corriere dello Sport. È lo stesso quotidiano sportivo a rivelarlo. Scrive di una telefonata fatta da Gravina ieri di primo mattino, subito dopo la lettura dei giornali.
“I toni che si alzano, poi un finale più conciliante. Ma il dissenso resta totale”.
Gravina ha chiaramente detto a Malagò che
“quelle censure suonano come un atto di sfiducia da chi ‘non è più in sintonia con lo sport’”.
Gravina respinge al mittente l’accusa di procedere a vista e anche di non aver consultato in modo continuato tutte le componenti del calcio.
“Ma tu, gli avrebbe chiesto Gravina in uno dei passaggi più accesi, saresti riuscito a mettere d’accordo chi punta allo scudetto con chi teme di retrocedere? Il riferimento era da una parte a Lotito e dall’altra a Cairo e Cellino, i più esposti nella campagna contro la ripresa. Perché il presidente della Figc è convinto che una parte dei dubbi e delle polemiche contro la sua linea rispondano ad interessi che poco hanno a che fare con la salute dei calciatori e le finanze dell’impresa calcio. Che lui, come ha ribadito nella telefonata a Malagò, intende difendere insieme e allo stesso modo”.
Gravina avrebbe fatto presente a Malagò che un motivo per non fermarsi sta anche nel contratto tra Lega e Sky che stabilisce che una riduzione nel numero delle partite giocate porti a una riduzione proporzionale del pagamento dei diritti tv a meno che non sia causata da forza maggiore.
“Fare propria una volontà della pubblica autorità significherebbe rinunciare a trecento milioni di euro. Chi non comprende questo, avrebbe rinfacciato Gravina a Malagò, non fa gli interessi del calcio”.
Il presidente della Figc ha difeso il suo piano per la ripresa, lo ha definito realismo e non indeterminatezza.
“E soprattutto rispetto delle norme. Certo, altre federazioni si sono orientate diversamente e hanno cancellato i campionati. Ma adesso, avrebbe ammonito Gravina, vedrai che conflitti che si aprono. La dimissione dei presidenti del volley ne sarebbe a suo giudizio solo l’antipasto. Se io avessi riunito il consiglio federale e bloccato i campionati con un atto d’imperio avrei commesso un abuso di potere. E come glielo sarei andato a spiegare a Oreste Vigorito, che col suo Benevento ha 22 punti d vantaggio sulla terza? O come avrei detto alla Roma che deve rinunciare al suo sogno di qualificarsi per la Champions?”.
Il quotidiano sportivo scrive che, al netto della telefonata, tra Gravina e Malagò i rapporti si “sono ormai logorati”.
Gravina si è lamentato soprattutto del mancato sostegno da parte del Coni, dimostrandosene amareggiato.
“Se avessi chiuso il campionato, ha detto Gravina ai suoi più stretti collaboratori, magari mi sarei messo sotto all’ombrello di Malagò e mi sarei goduto le vacanze di Pasqua in famiglia. Invece sto lavorando giorno e notte per rimettere in piedi il sistema”.