Commisso: «Troppa burocrazia nel calcio. Mai detto no alla ripresa del campionato»
Intervista al CorSport: «Bisognerebbe dare più potere a Dal Pino. Il calcio e l'Italia devono ripartire. La mia unica pregiudiziale era il timore che si potesse compromettere la stagione 20-21. Le cose sono cambiate»
Intervista al CorSport: «Bisognerebbe dare più potere a Dal Pino. Il calcio e l'Italia devono ripartire. La mia unica pregiudiziale era il timore che si potesse compromettere la stagione 20-21. Le cose sono cambiate»
Sul Corriere dello Sport una lunga intervista a Rocco Commisso, patron della Fiorentina.
«L’eccessiva burocrazia è la rovina dell’Italia. Ma anche nel calcio, troppi i passaggi. Oggi ci sono la Lega, Gravina, Malagò, Spadafora e Conte. Se voglio fare uno stadio, e lo voglio costruire perché è la base per il rilancio e la stabilità sportiva e finanziaria di un club, incontro la burocrazia regionale, quella dello Stato, le varie sovrintendenze. Nella mia azienda si prendono decisioni in pochi minuti, you know. Rapidità, sintesi, evitiamo i passaggi più inutili, le lentezze, i ritardi. Se una cosa è buona, si fa. Bisognerebbe dare più potere a Dal Pino, io non sono ancora andato a una riunione, ma appena sarà possibile mi troveranno fuori dalla porta».
Sulla ripartenza del campionato.
«Io non ho mai detto no. Il calcio e l’Italia devono ripartire, non possono restare fermi ancora a lungo. Il Paese sta andando incontro a una forte recessione. La mia unica pregiudiziale era il timore che si potesse compromettere la stagione 20-21. Le cose sono cambiate. Fondamentale è la salute. Io ho due mani e si possono fare tante cose con due mani: con la destra la salute, con la sinistra il calcio».
Con i virus, dice, dovremo convivere a lungo.
«Io penso spesso a Firenze, che vive di turismo. L’anno scorso 15 milioni di visitatori, l’intera economica della città è fortemente influenzata da un settore tra i più colpiti. Hotel ristoranti, botteghe, bisogna ricominciare anche assumendosi qualche rischio. L’alternativa non la considero».











