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Repubblica: in Germania il tasso di letalità è più basso perché fanno più tamponi

Il coronavirus uccide sotto l’1% degli infetti tedeschi, ma i numeri sono vicini alla realtà. In Italia le cifre dei contagiati sono sballate

Repubblica: in Germania il tasso di letalità è più basso perché fanno più tamponi

Più di 64mila casi conclamati di Covid-19, 560 morti. Tradotto in percentuali in Germania il coronavirus uccide sotto l’1% degli ammalati. In Italia, viceversa, gli infetti ufficiali sono oltre 100.000 e i decessi sono quasi 11mila, più dell’11%. Anche se i dati sono ormai fuori controllo, e le stime sono ben altre, c’è un caso-Germania: come mai i numeri sono così differenti? Qual è il segreto dei tedeschi?

Una risposta la dà un approfondimento di Repubblica: i tamponi. Il direttore dell’Istituto Koch, Lothar Wieler, dice che fino a poco tempo ne venivano fatti 160mila a settimana. E Christian Drosten, direttore dell’Istituto di virologia della Charitè di Berlino, ha reso noto che la Germania ora viaggia al ritmo di 500mila test a settimana: “La ragione per cui la Germania ha così poche morti, paragonate al numero di infetti, può essere spiegato con il fatto che facciamo un numero estremamente alto di tamponi”.

Il test diffusi permettono con una certa approssimazione di poter dire che il numero dei malati intercettati in Germania è molto più vicino al numero dei contagiati reali, sicuramente di quanto non lo sia rispetto all’Italia, dove la parcellizzazione di risorse e metodi tra le varie regioni ha ormai reso il dato totalmente infaffidabile.

E poi c’è il fattore età: “Paragonando direttamente i dati dell’Istituto Koch e del ministero della Sanità italiano – scrive Repubblica – si scopre che l’80% dei casi in Germania ha meno di 60 anni. In Italia è appena il 44%. Un altro 16% degli ammalati tedeschi ha tra 60 e 79 anni; in Italia oltre un terzo dei casi si concentra in questa fascia di età: il 38%. Infine, gli ultraottantenni infetti sono appena il 3% in Germania, mentre in Italia quasi un quinto dei contagi, il 18%, colpisce gli over 80”.

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