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Il sindaco di Alzano Lombardo: «Serviva la zona rossa, nessuno ci ha ascoltati»

Intervista al Corriere della Sera. Il comune della provincia di Bergamo ha avuto 50 vittime in 20 giorni: «Dal 23 febbraio avevamo capito la gravità della situazione ma siamo stati richiamati dal Ministero»

Il sindaco di Alzano Lombardo: «Serviva la zona rossa, nessuno ci ha ascoltati»

Il Corriere della Sera intervista il sindaco di Alzano Lombardo, Camillo Bertocchi. Il paese della provincia di Bergamo, 13700 abitanti, ha registrato 50 vittime per coronavirus in 20 giorni. Dal primo momento aveva chiesto di adottare una linea più dura, seguendo l’esempio di Codogno.

«La nostra idea era di fare un grande sacrificio subito per essere liberi prima: se ci avessero ascoltati, le cose sarebbero andate diversamente. Cinque solo l’altra mattina. Ieri anche l’ostetrica del paese, che aveva perso la madre pochi giorni fa. Più di 50 vittime in 20 giorni. L’anno scorso, nello stesso periodo, furono 8. I dati da dicembre a febbraio erano in linea con quelli di un anno prima. Ora sono esplosi: la conseguenza dei contagi di fine febbraio».

Ad Alzano, come a Codogno, il contagio è stato veicolato dall’ospedale. Medici e infermieri si sono ammalati quando al pronto soccorso è arrivato un paziente con Covid, poi deceduto.

«Fin dal 23 febbraio abbiamo capito la gravità della situazione. Ed eravamo tutti per la linea rigida, ribadita anche il giorno 25, nonostante gli allentamenti a livello nazionale. Da noi bar chiusi anche dopo le 18. Ma vuol sapere una cosa? Non solo siamo stati criticati dagli operatori, ci è arrivato pure il richiamo dal ministero degli Interni tramite una circolare della prefettura che vietava ai sindaci di prendere misure. Chiedevamo rigore e chiarezza, non volevamo disorientare il cittadino. Il territorio va ascoltato: non era il segnale di un sindaco, ma di sette, da Torre Boldone ad Albino».

La linea è cambiata dall’8 marzo.

«Poi, dal decreto dell’8 marzo, abbiamo capito che la linea era cambiata: non più contenere, ma rallentare il contagio. A quel punto c’era il “rischio rilassamento”: lungo il fiume Serio la gente passeggiava come niente fosse. Abbiamo richiamato l’attenzione e da una settimana tutti obbediscono».

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