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Malagò: “Coronavirus? Lo sport non può andare per conto proprio adesso, la priorità è la salute”

Il presidente del Coni a SkySport: “Il discorso porte chiuse è stato preso in considerazione dal Governo, ma c’erano problematiche economiche e di ordine pubblico”

Malagò: “Coronavirus? Lo sport non può andare per conto proprio adesso, la priorità è la salute”

Giovanni Malagò, presidente del CONI, prima del match tra Roma e Lecce, dal ventre dell’Olimpico è
intervenuto ai microfoni di Sky Sport per commentare l’allarme Coronavirus che ha fermato quattro delle dieci giornate previste per il venticinquesimo turno di Serie A:

“In questo momento il mondo dello sport non deve andare per conto proprio, ma deve essere allineato con le disposizioni dell’autorità vigilante, in primis il Governo che ha oneri e onori di tutto questo. La nottata di ieri è stata abbastanza convulsa, il consiglio dei ministri è finito tardissimo. Con questo decreto ci siamo adeguati e convinti che la valutazione sia quella più giusta. Poi è chiaro che qualcuno può condividere e altri avrebbero fatto qualcosa di diverso”.

Avete pensato di anticipare le decisioni del Governo, proponendo di giocare a porte chiuse, per salvaguardare il calendario del calcio?

“Era una delle ipotesi sul tavolo, ma sarebbe stato inelegante e scorretto a mio modo di vedere. Non c’è solo il calcio, ma tante altre manifestazioni coinvolte. Nello specifico non si poteva anticipare certe decisioni in questo sport. Io fino a tarda sera ho sentito dirigenti delle società coinvolte nelle partite di oggi. Torino-Parma non doveva rientrare in questo gruppo di partite rinviate. Il discorso porte chiuse è stato preso in considerazione dal Governo, ma ci sono due problematiche: la prima è che le società si dovevano far carico di tutto l’aspetto economico, la seconda è che se decidi a poche ore dalla partita di giocare a porte chiuse, con i gruppi di tifosi già sulle piazze e penso ai tifosi delle Curve, ci sarebbe un problema serio d’ordine pubblico. E’ un discorso però che riguarda le Prefetture”.

Come ci si difende da questo pericolo psicosi che non ci permette neanche di svagarci con lo sport?

“Ci sono degli interessi primari, che sono anzitutto quelli della salute. Sento tanti che si espongono su ma oggi sono in secondo piano. I calendari non sono regolati dal sottoscritto, ma devono tener conto di tutte le altre competizioni. L’Inter, ad esempio, ora ha l’Europa League, poi avrà la Coppa Italia col Napoli. Ne ho parlato con Marotta, con cui l’ultima telefonata è stata alle 2:30 di notte. Si naviga a vista. L’Inter non avrebbe più un mercoledì o giovedì libero fino all’eventuale finale di Coppa Italia, che è stata anticipata per Euro2020. Dobbiamo riaggiornarci”.

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