Repubblica: I dispetti di Paratici e Marotta e il possibile arrivo di Pogba

Finiscono così per scornarsi quasi sempre sugli stessi giocatori: certe volte agiscono allo scoperto e certe altre tramano nell’ombra, perché il mercato è anche una questione di spionaggio e controspionaggio

marotta

È duello ai vertici della classifica tra Juventus e Inter, ma le due non si fermano al campo. Come scrive oggi Repubblica c’è un gioco sotterraneo relativo alle mosse di mercato delle due società che sembrano copiarsi a vicenda

una sfida a tutto campo, ora subdola e ora sfacciata, e non s’è allentata nemmeno mentre il resto del mondo del pallone festeggiava il Natale. Ogni mossa di mercato sembra in realtà una specie di contromossa preventiva, come se più che incamerare un rinforzo fosse prima di tutto importante evitare che ne incameri uno la concorrenza. Marotta e Paratici finiscono così per scornarsi quasi sempre sugli stessi giocatori: certe volte agiscono allo scoperto e certe altre tramano nell’ombra, perché il mercato è anche una questione di spionaggio e controspionaggio.

Una lunga serie di dispetti e calciatori soffiati partendo da Kulusevski ed Eriksen, ma senza dimenticare la battaglia per Lukaku e Icardi di quest’estate. Una situazione che mette in evidenza che i rapporti tra Paratici e Marotta non si sono affatto risanati e che anzi i bianconeri vedono nell’Inter di Conte l’unica rivale concreta al proprio predominio

Il nome più caldo in questo momento, secondo Repubblica, è quello di Pogba, sul quale la Juve lavora da un anno e l’Inter da un mese. Il calciatore vuole lasciare il Manchester e la Juve studia la possibilità di portarlo a casa

Bisogna però considerare una frase di Raiola che i più hanno sottovalutato: «Pogba ha bisogno di una società come la prima Juve». E nella prima Juve, in sede comandava Marotta e in campo Conte, che nel 2012 si espose in prima persona per convincere il giovane Paul, che all’epoca era un ragazzo di diciannove anni in rotta con Ferguson e dalle ambiziosi smisurate, a scegliere la Juve, promettendogli spazio e considerazione (e poi mantenendole, le due promesse).

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